sabato 28 luglio 2012

WelGome Back

Bene ridiamo un po' d'allegria al bloggo, che è estate, c'è il sole, la gente è in ferie (da me c'è nata in ferie) e gli slippini e i muscoli unti popolano le nostre spiagge.
Che immagine meravigliosa.

Sono stata arroma, perchè dovevo fare l'esame in cui sembravo pazza e, dato che SICURAMENTE non potreste dormire senza sapere, vi racconto.
Ho fatto le mie 5 ore 5 d'esame e ho anche registrato la mia lezione immaginaria.
Mi sentivo alla Cia perchè, essendo la mia scuola un ente somministratore, doveva mantenere una certa onestà nello svolgimento delle prove.
Sticazzi.
Per la prova orale ognuno di noi aveva un tutor, un cd personalizzato, un'aula, un pc e un microfono.
E tanta, tanta follia.
La mia accompagnatrice mi fa: "bene, prima di iniziare di' nome, cognome, data, esame e provaD, ripeti tutto prima della prova D2".
"Oddio per la D2 lo dimenticherò sicuramente, per la D1 no, figurati, me lo stai dicendo adesso, micasonocretina".
Infatti.

Sorvolando sulle mie intelligenze, Gadner diceva che ne abbiamo 8 io qualcuna l'ho barattata con un estathè, ho fatto l'esame e aspetto i risultati.
Fra 3 mesi.
Perchè li correggerà un 95enne, cieco, senza mani, senza piedi e con una vita sociale più invidiabile della mia.

Dopo Roma sono stata a Firenze, ho bevuto un bicchiere di vino con un giovine di 2 metri e parlato con la sua anca. E' stato bello, mi sentivo tanto una pigmeA.
Ma che tipo tra la domanda e la risposta c'era il lag.
Finito il vino in 20 minuti e a digiuno, cosa che ha moltiplicato x0 le mie intelligenze, ho rischiato di perdere il treno, litigato con le macchinette dei biglietti e sono salita senza biglietto.
Ho provato a raggiungere il mio amico, ma sono rimasta chiusa fuori perchè le porte non funzionavano e, bloccata tra 2 porte, nella congiunzione sballonzolante di 2 vagoni, grattavo la porta tipo gatto in calore, mentre i turisti pensavano fossi una specie di attrazione fornita da trenitalia.
Ho viaggiato sola.

Poi sono andata a Milano e per raggiungere la mia amica dovevo prendere il "23".
"Corsa soppressa".
Allora il 9 che, fermo a 3metri3 da me, è arrivato sigillato e con il muso pieno di scotc.
Ho paralizzato Milano, mi sono sentita potente.
Finito il mio soggiorno polentone, sono andata a Linate a prendere l'aereo dove, una simpaticissima hostess di non vi dirò quale compagnia, suvvia non insistete non sta bene sparlare la nostra compagnia di bandiera, alla mia domanda "posso imbarcare il trolley", ha risposto un professionalissimo "nzù".
"Tu friulana proprio eh?".

Atterrata a Palermo mi sono sentita subito a casa.
"Un biglietto per Agrigento per favore"
"AgrigenDo? "
"Se quella con la T l'hanno soppressa, mi porti pure lì".

Welcome back.

lunedì 16 luglio 2012

Ciao tu

Ehi tu,
guarda che hai combinato. Sei andato via.
Sai tu, sei una persona strana, sei uno di quei rompiscatole di cui non si fa a meno, parli tanto peró fai ridere, inizi le cose, le lasci a metà e tutti devono aiutarti.
La siepe della campagna ti teme, i fiori pure, sentono il pericolo.
Sei quello del casco eh. Sei quello che s'è comprato un casco perchè voleva la moto.
Come se io domani mi compro un collare perchè desidero un cane.

Mi ricordo i tuoi inviti a cena, mica ci invitavi, tua moglie apparecchiava di soppiatto e tu mettevi le pizze in tavola.
Perché ti piace la compagnia, sei una di quelle poche persone che sanno davvero che il bello della vita è condividere.
Happines is real only when shared e tu lo sai bene.

Sei buono, l'amore per la tua famiglia, tutta la famiglia, la pastina che mi avete cucinato da bambina alle 2 del mattino, il tuo prenderci e prenderti in giro. L'amore, l'amore, l'amore.

Peró tu, non era il momento, non era il tuo tempo, non è giusto.

E no, non ho sbagliato i tempi verbali.

Non eri, sei e sempre sarai.

C'è troppo silenzio in giro.

Rimproveraci ancora un po'.

Con infinito amore.

domenica 15 luglio 2012

La donna che parlava ai comodini


Siamo giunti al momento clù (non mi correggete, se la gente scrive "ge tem" io sono libera di fare tutto ciò che voglio. Anche sparare agli autori di cotale francesismo).
Comunque il momento clù è l'esame che avrò a brevissimo, relativo al corso che ho concluso da poco e che farà di me una disoccupata ancor più qualificata.
L'esame, si chiama Ditals, è articolato in 1400 prove da svolgere in 5 ore, alla conclusione delle quali ci sarà una registrazione.
Dopo 5 ore, con 56° all'ombra.
Dico "Ciaoooo" e svengo.

Tre prove sono scritte, quindi sarò sola nella mia depressione e tristezza e nessuno assisterà al mio dolore, ma la prova registrata è peggio di una orale.
Praticamente funziona così: ti distribuiscono un testo con delle indicazioni sul tuo obiettivo e tu devi simulare una lezione in classe.
Ma mica un monologo, NO!, un'interazione con la classe.
Quale classe?
Te la INVENTI.

Quindi ti rinchiudono in una stanza con un microfono e hai 5 minuti di libertà per sentirti pazza, comportarti come tale e ricordare questo momento in eterno, come "il giorno che feci lezione ai pomelli".
Cose da raccontarle ai tuoi figli eh.
"Mamma cosa facevi da giovane?"
"lezione ai pomelli, miei caVi"
"ah mà, che ti calavi?"

Perchè dovendo simulare una lezione con interazione, dovrai inventare i nomi dei tuoi pomel alunni, che si chiameranno tutti al, ggion e giecck, rispondere alle loro domande (che inventerai tu, SADICO PAZZO) e interessarti della loro vita.
I miei alunni dai nomi assurdi (Julius, ma chi cazzo si chiama Julius nel 2012?), hanno una vita sociale invidiabile.

Ve lo ricordate il bambino del sesto senso? Quello che vedeva la genteeeeeh mortaaah? Io vedo gli alunniiiih viviiiih.

Oggi, che ho l'ansia mode on, ho deciso di fare una prova, almeno per controllare i miei tempi.
Tipo gli sportivi, ma io sono una sportiva da divano.

Quindi ho preso un testo, mi sono armata di cronometro, ho letto l'obiettivo e fatto lezione ai pomelli.
Tutte le mie lezioni iniziano di lunedì, almeno gli chiedo cosa hanno fatto per il week end.
Nel caso foste curiosi il pomello è andato al cinema e la sedia ha visto il colosseo.
Poi il cuscino mi ha chiesto cosa ho fatto.
Hanno capito tutto il testo, ho delle suppellettili di un certo intelletto, abbiamo chiarito il lessico, il mio mobilio mi dà soddisfazioni che manco i miei conterranei e poi abbiamo rafforzato l'uso della forma passiva.

"Ciao come stateeeee??? uhm e cosa aveeteee fattoooo questoooo w-end???"
"Al mareeeee? che bello sedia Alexia! E doveeee???"
"aah e ti è piaciutooo? e tu pomel Luis? Al cinemaaa! Beeneee e cosa hai vistoooo?"
"oooh che bello, quando rinsavisco dalla pazzia andrò anch'io"
"Vi ricordate, miei adorati mobil giovani, di cosa abbiamo parlato ieriii? si comodin Alexandro, bene"

E così via.
Sappiate che gesticolo anche e mimo lo scrivere alla lavagna.

Abbattetemi vi prego.
O almeno non raccontatelo mai ai miei "proli".



giovedì 12 luglio 2012

Servizio sanitario cortesemente muori



Caro servizio sanitario,
parliamo.
Nel mio ultimo anno di vita ho passato il tempo a scrivere lettere a destinatari inesistenti. E no, inesistenti non è una scelta lessicale erronea, è proprio così, inesistenti.
Ho scritto ad un datore di lavoro (ditemi che esiste, su dai, provateci) e adesso a te, mon cher.

Servizio sanitario vedi,
io le raccomandazioni ormai le capisco e le compatisco. Io non invidio o provo rabbia per i raccomandati, provo tanta pena. Immagina come deve essere brutto per delle persone essere talmente coscienti del proprio scarso valore da cercare aiuto altrove, da sapere di non farcela da soli, perchè poco preparati, poco intelligenti, poco volenterosi.
E' una tristezza immensa se ci pensi, gente conscia di essere inutile, si abbassa a farsi dare una sana pedata, per arrivare là dove mai arriverebbe per merito.
Che mortificazione, che brutta cosa.
E quindi insomma, 5 minuti di silenzio per questi poveri uomini o donne e passiamo a noi.
Dicevo che i raccomandati, pace all'anima loro, li comprendiamo anche: non funziona niente perchè i nostri uffici sono pieni di questa povera gente, li utilizziamo come rifugio degli inutili.
Però vabbè, pazienza, non potremo spedire una lettera, nervi a go go, ma nessun morto.
Invece servizio sanitario parliamo dei TUOI raccomandati.

Io sono siciliana, noi isolani abbiamo il mare e non meritiamo medici, per punizione.
Per avere un parere medico dobbiamo espatriare, in caso di urgenza pregare.
Però, servizio sanitario, dimmi una cosa.
Tu, tramite lo stato, altro destinatario immaginario, sostenete controlli e minchiate varie.
Ma, mon cher, dimmi un po', come mai i medici prendono prenotazioni con la mutua 2 volte al mese? E come mai, coincidenza puttana, quando i medici sono pieni (quelli della mutua), i macchinari dell'ospedale sono STRANAMENTE fuori uso?.
Converrai con me che è un caso quantomeno curioso.
E dimmi un'altra cosa, come mai i medici dell'ospedale, dopo che ti visitano, ti suggeriscono una visita SPECIALISTICA?
Ma loro che sono, fruttivendoli?
Cioè andassi da uno con un'insegna del tipo "serrande qui", lamentandomi del mal di schiena, me lo aspetto che mi dica "stellamia vai da un medico", ma un medico che mi dice "stellamia vai da un medico" mi pare, come dire?, quantomeno curioso?

Perchè la gente fa carte false per cambiare reparto? Perchè la gente ha paura di essere ricoverata in un determinato reparto perchè il primario, cugino/nipote/trombamico di un politico "nella migliore delle ipotesi non capisce un cazzo?".

Mi incuriosisce tutto ciò.

Ma, amico immaginario, una cosa soprattutto.
Io non sono un medico e, per fortuna, soffro ancora, per fortuna l'empatia mi è rimasta, sto male una giornata anche se vedo un gattino malato.
Capisco che i medici, per sopravvivere, diminuiscano, affievoliscano l'empatia.
Ma empatia non è sinonimo nè di educazione, nè di intelligenza.

Quindi caro medico capace di rispondere, alla richiesta di info:
"aspittamu ca fa u bottu" (aspettiamo che faccia il botto);
"portatevelo, tanto muore";
e altre cose IRRIPETIBILI, non ti auguro nè morte nè malattie, sono una persona empatica IO, ti auguro di incontrare un medico come te, un medico che ti tolga la speranza, ti dica le stesse cose, ti faccia provare quello che tu fai provare alla gente.
E succederà, credo nel destino e credo che la ruota giri.

E se non gira posso sempre lanciartela in testa.

venerdì 6 luglio 2012

Ciao fata...



Le modalità di abbordaggio da parte degli uomini, o finti uomini che popolano le nostre città, vanno dall'inquietante al grottesco.
Vediamone alcune:

1. L'uomo che non deve chiedere mai:
Tale uomo, generalmente figo/convinto di esserlo, con abiti più aderenti dei vostri, magliette luccicanti, occhiali da sole fuxsia, microslip, ama farsi la lampada anche se non vive in Norvegia e si tosa che manco la pecora Dolly.
Quest'uomo, convinto di essere bello e luccicante, vi abborderà con lo sguardo. Lui guarda e vi sorride, attendendo un vostro svenimento. Voi guardate e sorridete, attendendo l'avvento dei neuroni.

2- Il musicista più o meno classico
Il musicista vaga sperso per la città, generalmente è interessante e, per motivi inspiegabili, porta con sè il suo strumento ovunque, anche se andate a fare una corsa campestre.
Ha un abbigliamento tra il trasandato e il nonl'hofattoappostaadabbinarequesticolori, il pantalone è in un tessuto che passa dal lino alla garza, la camicia è aperta per una protesta contro i bottoni e indossa i sandali.
E' un mix tra uno che è scappato mentre trombava per l'arrivo del padre di lei e uno che "io me ne frego di cosa indosso, la musica è la mia vita".
Cercherà di abbordarvi suonando qualcosa, che voi non capirete e fingerete di apprezzare.

3- L' hip-hop addicted
La prima cosa che vedrete di lui sono le sue mutande e il suo culo. Almeno avrete testato la merce prima di utilizzarla.
L'hiphopparo avrà dei pantaloni in cui crescereste serenamente voi 2 e i vostri 3 figli e una maglietta con cui si potrebbero coprire i bambini dello Zimbabwe.
Vi dirà cose del tipo "bella lì" e voi risponderete "dove?" o "stai trà" e voi starete tranquille lontane da lui.
Verso i 32 anni inizierà ad assomigliare ad un piccione, causa allungamento del collo dovuto ai 7 kg di croce d'oro finto che indossa.

4- Il capobranco
E' un mix tra il tipo 1 e L'idiota.
Sarà vestito come il tipo 1, camminerà in branco e vi rivolgerà frasi tipo "quando me la dai?", "la morte tua è a pecorina", "hai un culo che non si può capire", "se vieni in bagno con me ti offro della cocaina".
Potete abbatterlo, la caccia ai beoti è incoraggiata dal governo.

5- L'investitore
L'ultimo, da un punto di vista temporale, è l'investitore. E' una modalità nuova, di recente concezione.
L'investitore ha in genere una macchina di quelle definibili fighe (per quanto io adori la 500 vecchia, essere investiti da una corvette è più signorile), ti punta e cerca di metterti sotto.
Dopo scende e, approfittando dello shock fisico o psichico, ti abborda, ti informa che ha un lavoro figo e ti chiede cosa fai la sera.
Tu balbetti, non si sa se per lo scampato pericolo o perchè tutto sommato era meglio la mano sul culo, e lui ti invita nel suo ufficio.

6- Il ragazzo dolce
Il ragazzo dolce è generalmente medio-carino, vestito in maniera normale e semi-possessore del congiuntivo.
NON ti abborderà, ma capirai che ci sta provando alla 98esima volta che si offre di accompagnarti a casa perchè tanto allunga solo di 120 km.
Lo immagineremo come il padre dei nostri figli, in una casa bianca, con il sole, un cane peloso e loveisintheair.

Ma faremo sesso acrobatico con il giardiniere o il dog sitter.

Perchè ogni tanto l'uomo con la clava è il nostro sogno nel cassetto.



Ps immagine tratta da http://www.happyblog.it

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