giovedì 23 aprile 2009

Welcome apocalypse


Della serie tutte ammè.

Per ora lavorolavorolavoro che manco l'amico Stakhanov quando estraeva carbone.
Non estraggo carbone, ma manca poco.

Oggi poi è stata proprio una bella giornatina di merda, tutta tempestata di pazzie varie.
Perchè io i commenti costruttivi li accetto, a scoppio ritardato ma li accetto.
Gli scontri tra esseri pensanti pure.

Per tutto il resto c'è mastercard.

Ebbene vi racconto la mia allegra giornata.

Mi sono svegliata alle 6:30 e per chi mi conosce questo è sufficiente perchè io sia acida una settimana.
Non saliva il caffè. E questo è presagio di disgrazia e sventura.
Dopo un paio di bestemmie in cinese il caffè è apparso e sono passati i cavalieri dell'apocalisse con cornetti e dolcetti.
Poi abbiamo preso la macchina.
A Roma.
Alle 8:30 del mattino.
Ho visto la luce e ho capito che tutto sommato gli amish non sono poi tanto coglioni.

Dopo 45 minuti nel traffico mi è arrivata tramite sms la scomunica.

Ma procediamo.

Oggi ho incontrato i bimbi nani della scuola italiana gemellata con Maputo e abbiamo chiacchierato con loro.
Dopo avergli raccontato un po' di cose i commenti sono stati:
A) Siete tutte belle ma voi 2 di più (io e palamarta);
B) gli africani "so ricchi non so poveri" (dopo aver visto i palazzi);
C) quello che è piaciuto di + ad uno dei nani è stato: "Saltare religione e giocare con noi".

Chiamali scemi.

I nani e mia nonna che m'ha detto: "ma ancora quanto ci devi stare li?", sono stati l'unica cosa positiva della mia giornata.

Dopo di ciò le disgrazie lette nel fondo della tazzina senza caffè si sono manifestate in tutto il loro fulgido splendore.

Sono stata informata che i favori attoccano. Voi non lo sapevate ma le recenti rivisitazioni del galateo fanno si che se voi lasciate una cosa a metà e l'amico Stakhanov, sinonimo di minchia in molti casi, lo finisce e ve lo fa notare, non solo non ringraziate ma potete fargli notare che ogni tanto fa qualcosa. Se aspettate 5 annetti, l'evoluzione dei costumi vi permetterà di sputargli in un occhio e dargli na testata. Che fa bene alla salute.

E siamo solo alle 10:30

Mi hanno scombinato per la 14esima volta i piani per il 25 Aprile. Io però son diventata zen e ho deciso autonomamente e senza interessarmi del mondo tutto che farò. (A parte di pala che cccci manchiamo ggià).

E siamo al primo pomeriggio.

Uno mi ha esternato le sue paturnie, con somma mia gioia, informandomi che non se la sente di incontrarmi (cambierò deodorante) e che il suo saluto equivaleva ad un "ti lascio".
La domanda sorge ordunque spontanea: è un "ti lascio punto" e quindi devo ricordarmi quando di preciso ci siamo fatti ziti? è un "ti lascio a..." e il gioco consiste nell'aggiungere il complemento di luogo?; è un "ti lascio la parmigiana che domani se la passa a prendere mia sorella" e mancava il complemento di favore? è un "ti lascio in pace" e "u signuri tu renni"?

Il sondaggio è aperto.

E finalmente scende la sera.

Ma tutto ciò è colpa mia.
Io lo so che quando non sale il caffè la disgrazia è alle porte.
La prossima volta mi barrico in casa.

Ora allegramente vado a nanna, nsiamai che nn è finita e qualcuno sente il bisogno di comunicarmi qualche altro bisogno/problema/formula del galateo e simili.

Saluti a morte, pestilenza, carestia e guerra che hanno accompagnato la mia giornata.
E' stato bello regà.

6 commenti:

  1. secondo me è perchè non usi LAVAZZA

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  2. secondo me sbaglia candeggio

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  3. Uso lavazza mio caro milanese :P

    E cmq sono stata pure rimproverata per il post :P

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  4. Addirittura rimproverata? Pensavo che il blog fosse tuo... per caso sei in subaffitto? :P

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  5. ...Dopo l'apocalisse si prevede la risurrezione del genere umano buono&giusto...tu cambia caffettiera&deodorante che magari risorgi pure tu ;-)
    ...e secondo me era un "ti lascio in pace"...perchè uno che strarompe con le sue paturnie poi alla fine capisce di non essere piacevole.
    MA CHE SIGNIFICA PATURNIE!?!?!?!?
    baci e NUN T'ABBILIARI (massima preferita dai Mafia che ha un suo perchè applicabile alle leggi cosmiche)

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  6. Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
    ispida edificò una piccola cupola,
    si mantenne all'asciutto sotto le sue squame,
    vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
    divennero viticci,
    infiorescenze commoventi rizomi;
    sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
    la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
    la verza si mise a provar gonne,
    l'origano a profumare il mondo,
    e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero,
    brunito come bomba a mano,
    orgoglioso,
    e un bel giorno,
    a ranghi serrati,
    in grandi canestri di vimini,
    marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
    la milizia.
    Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
    gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
    file compatte,
    voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
    ma allora arriva Maria col suo paniere,
    sceglie un carciofo,
    non lo teme,
    lo esamina,
    l'osserva contro luce come se fosse un uovo,
    lo compra,
    lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
    con un cavolo e una bottiglia di aceto finché,
    entrando in cucina,
    lo tuffa nella pentola.
    Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
    poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pasta
    del suo cuore verde.

    sam giancana

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