sabato 5 febbraio 2011

Cara Italia

Ormai che di lettere sono pratica e dato che il caldo di oggi permette il solo movimento delle dita scrivo un'altra lettera.
Ma stavolta punto in alto.

Cara Italia,
mi presento, sono una 29enne italiana che cerca di lasciarti ormai da un paio d'anni.
Praticamente abbiamo l'equivalente di una relazione complicata su facebook.
Ma mica sarò bugiarda e ti racconterò le baggianate che partoriscono gli uomini. Non lo faccio per il tuo bene o per renderti felice. Io non ti sopporto proprio più.
Ma siccome sono femmina te lo motivo.

Sono una ragazza normale, con desideri normali.
Vorrei una casa, piccola, non necessariamente in centro, non devo per forza vedere il colosseo se mi affaccio.
E, cosa strana, vorrei comprarla da sola.
Però se qualcuno me la vuole ristrutturare non mi offendo, che a quanto pare usa così.
Ormai siamo la generazione dei piccoli fiammiferai, non abbiamo più desideri superstar come da bambini, non vogliamo l'aeroplano o l'unicorno, vogliamo il cappotto.
E ce lo compriamo nero che sta con tutto.

Italia, sei un paese di vecchi.
I bambini non ce li possiamo permettere e fra un po' manco i vecchi che non gli possiamo pagare la pensione, che infatti è in via d'estinzione.
Fra 10 anni i vecchi racconteranno ai bambini che una volta esisteva una cosa chiamata pensione e un animale chiamato licaonte.
Così, per fargli capire che non tornerà mai.

Ma parliamo dei mezzi di locomozione.
Io ho un motorino che se lo lavo si smonta, perchè in Italia abbiamo 625.000 auto blu?
Negli USA, secondo paese del mondo per numero di auto blu, sono 72.000, in Francia 63.000, nel Regno Unito 56.000, in Germania 55.000.

Invece i trasporti?
Dove vivo io sui treni c'è scritto "lasciate ogni speranza o voi ch'intrate".
L'ultima volta che ho provato ad andare a Palermo (130 Km) mi hanno abbandonata a Rocca Palumba, luogo in cui gli autoctoni non mangiano, non bevono e non fanno pipì.
Quello che ha scritto "non si poteva far la pipì perchè non c'era vasino lì" evidentemente era passato da Rocca palumba.

Noi, cara Italia, abbiamo un brutto vizio: ci ammaliamo.
Praticamente nei nostri ospedali si applica una sorta di selezione naturale, la legge del più forte.
Ti operi e muori per setticemia, ti costruiscono l'ospedale e lo fanno con sabbia e sputi, vuoi fare un figlio e l'anestesista tira il catetere al ginecologo.
Ora.
Già i figli, se continua così, li faremo con findomestic.
Ma ti pare carino che la prima parola che mio figlio sentirà sarà "minchia"?

"Guarda che cosa sei diventato" era la frase di una famoso film.
Quanta acqua è passata sotto i ponti da quando eri la culla della cultura e dell'arte.
Ora se senti un periodo ipotetico ti emozioni.
Ma noi ci meritiamo questo.
Di partorire tra i cateteri volanti, di sentire le bestemmie in tv, di tenere le figlie minorenni chiuse in casa e il ripristino della schiavitù.

Era merglio quand'eri spaghetti e mandolino.
Almeno mangiavamo e non dovevamo sentire i finley.

6 commenti:

  1. È più "cara Italia" o "cara Sicilia"?
    Per la malasanità, in fin dei conti, le cose migliorano anche solo cambiando regione...

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  2. Akappa sono d'accordo, ma ti posso fare mille esempi di malasanità fuori dalla sicilia. E senza scomodare i casi delle cliniche milanesi che operavano senza necessità per aumentare il budget...

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  3. Tutto giusto. Ma dovrebbe far venire un po' di voglia di lottare...
    Ubaldo

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  4. Hai ragione Ubaldo, però alle volte si ha l'impressione di lottare contro i mulini a vento.
    Tanta scena e nessuna possiblità.

    RispondiElimina

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