giovedì 1 marzo 2012

Vorrei un bagno tutto mio

Una settimana prima di partire, per motivazioni varie ed eventuali che chiameremo "treccine", ho avuto in casa due ragazzine mozambicane.
Ragazzine perchè io sono antica, sono vecchia scuola e a 17 anni ero discretamente scema.
Lei ha 3 figli.
La ragazzina di 17 anni ha 3 figli, uno di un anno, una di 3 anni e una di SETTE anni, anzi circa 7 anni, non si ricordava bene.
Quindi è nata quando la mamma aveva tra i 10 e gli 11 anni, mamma che sarà rimasta incinta tra i 9 e i 10 anni. Io non ero capace di allacciarmi le scarpe e lei aveva le doglie.
Vivono in una casa con il bagno in comune ad altre 20 famiglie (tutte naturalmente con bambini e con i problemi di salute generati da malnutrizione, scarsa igiene e poche cure mediche) e io penso a degli amici con cui sono partita che non potevano assolutamente stare in un backpackers 2-giorni-2 con il bagno fuori dalla stanza. 'Nsiamai.
Le chiediamo se vuole altri figli e se fa "pianificazione familiare" (non è una domanda assurda come sembra, in Mozambico c'è una propaganda martellante).
La ragazzina ci spiega che non ne ha bisogno perchè è lei a decidere quando e se rimanere incinta, dipende dalla sua volontà.
Pensavo si riferisse al sesso, all'astinenza insomma (i metodi anticoncezionali sono sconosciuti in determinate fasce della popolazione), e mi pareva discretamente assurdo e inconcepibile per l'Africa, invece parlava di volontà in quanto tale, cioè di avere un rapporto completo ma decidere di non rimanere incinta. Per rimanere incinta è andata da parecchi curandeiros (stregoni) che le hanno dato un beverone che "l'ha fatta rimanere incinta".
Chiaramente i bimbi non sono tutti figli dello stesso marito che, oltre ad avere un età indefinibile (alla domanda "quanti anni ha tuo marito" ha risposto "qui ognuno sa i suoi anni"), è senza lavoro.
Adesso è il nostro guardiano del finesettimana, siamo troppo buone.
L'altra ragazzina ha 18 anni e il pancione di sette mesi.
Faccio la prima gaffe chiedendole se è bimbo o bimba e mi illuminano sul fatto che qui non si fanno ecografie se la gravidanza procede bene e mi spiegano che non è corretto chiedere il tempo della gravidanza o toccare la pancia perchè indica le cattive intenzioni della persona che, conoscendo il periodo del parto, può lanciare una maledizione e creare problemi al parto.
In 4 minuti ho fatto 4 gaffe, sono fiera di me.
Mi spiegano che non si mettono al mondo troppi figli perchè se non si hanno le condizioni per mantenerli e la loro vita va male, viene immediatamente additata come colpevole la madre, vista come feticeira (strega cattiva). Inoltre se la gravidanza è problematica, è la suocera a decidere se la mamma può andare o meno all'ospedale, perchè i problemi durante la gravidanza possono derivare da infedeltà e quindi non meritare assistenza medica.
La vita quotidiana è molto molto complicata, continua la ragazza, c'è poco da mangiare e poca varietà, mangiare carne o pesce è una festa, un'occasione, per questo per procurarsi il cibo molte donne "intrattengono rapporti sessuali con altri uomini" e poi tornano a casa dal marito a portargli il cibo.
E io ho anche visto con chi intrattengono i rapporti sessuali quelle che, sotto il trucco e i vestiti sexy, sono ragazzine spessissimo minorenni.
Sono quelli che io chiamo "finti cooperanti", quelli che vanno in Africa per guadagnare, per fare la bella vita e per sentirsi un po' patroes (padroni), cosa che in Italia o nei loro paesi d'origine non potrebbero fare. Sono quegli insospettabili professionisti che necessitano di solleticare la propria autostima sentendosi adorati e potenti.
Rimanendo in tema di stregoni, l'altra ragazzina, sentendo un passero si spaventa, e mi spiega che i passeri sono generalmente messaggeri dei feticeiros e portano cattive notizie o disgrazie.

Quando partecipo a questi discorsi, mi sento sempre strana. Mi sento fortunata perchè se non fossi qui non avrei mai saputo queste cose e conosciuto una realtà tanto diversa, mi sento viziata perchè ciò che per loro è un normale accadimento quotidiano io non l'ho nemmeno vissuto o conosciuto, mi scappa un sorriso perchè anche se mamme, mogli, donne che superano infinite difficoltà, sono sempre ragazzine a cui piacciono le scarpe e i bei vestiti, ma mi sento anche tanto impotente.
Impotente perchè non so nemmeno cosa dire, è una realtà così diversa e lontana da me che non mi sento di rispondere nulla e ho paura di sbagliare, impotente perchè ci sarebbe tanto da fare, tanto aiuto necessario che non si sa da dove cominciare.

A volte non resta che stare in silenzio e imparare.
Imparare quello che una ragazzina di 17 anni ha da insegnarci, che invece di un paio di stivali Armani vorrebbe solo un bagno tutto suo.

2 commenti:

  1. Non molto tempo fa ho visto un video amatoriale, ma molto curato dall'autore, sull'India.. Si parlava di una scuola relizzata con aiuti provenienti anche dalla mia regione tra due paesi, per consentire ai bambini di entrambi i paesi di avere un'istruzione primaria.. Mi ha colpito l'ora del pranzo, tutti i bimbi ordinati, seduti per terra e sorridenti con la loro ciotola di riso.. Sorridenti di un sorriso autentico, non capricciosi, come sempre più spesso riescono ad essere i nostri. Sarebbe bello far conoscere di più ai nostri bimbi e ragazzi le condizioni dei loro coetanei nel mondo..Video come quello e scritti come il tuo andrebbero visti e letti nelle scuole!

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  2. Grazie mille Cristina :)
    Per il mio compleanno ho preparato una torta e l'ho portata nella scuola in cui lavoravo (una scuola non ufficiale, nel quartiere più povero della città). La torta era fatta con glasse di diverso colore e le smarties. Pensavo che, come in Italia, i bambini avrebbero fatto i capricci (non sia mai che un maschietto abbia la torta rosa). Mi ha colpito la semplicità con cui mettevano le manine pronte per ricevere e ringraziavano, senza minimamente guardare quale fosse il colore della torta.
    Abbiamo tanto da imparare.

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