lunedì 29 novembre 2010

Voltar II

Annunciaziò annunciaziò!
Il blog torna a casa!
Lo so che vi avevo già rotto a sufficienza le scatole riguardo al fatto che la cosa mi rende schifosamente felice, ma un annuncio ufficiale mi sembrava doveroso.

Ovviamente ho iniziato la trafila dei vaccini, per fortuna più breve, ma più emozionante grazie al mio attuale posizionamento geografico.
Ho iniziato, da una settimana, le telefonate per informarmi sulla presenza dei vaccini.
Alla settima volta che mi sono sentita rispondere "tifoooo e coleraaaaa?" devo dire che mi sono vagamente infastidita.
Mancava che mi lanciassero l'amuchina.
Interessante è stato anche il dialogo con una tizia a cui avevo chiesto la durata dei vaccini contro epatite A e B.
La risposta "quelli ci sono sempre" la sto ancora valutando.
Si accettano suggerimenti interpretativi.

Oggi sono invece andata all'asl della mia città per ritirare allegramente il vaccino del tifo.
Non avevano la mia scheda, mi hanno chiesto se mia mamma RIMEMBRAVA qualcosa (non ho capito a riguardo a che) e non avevano i libretti per le vaccinazioni.
Ho rischiato di averne uno pediatrico.
Attorniata da nani piangenti la mia pazienza è stata duramente messa alla prova.
Il senso materno lo avevo lasciato a casa per precauzione.

La tizia che ha compilato il mio libretto, inutile perchè senza timbri, senza loghi e non internazionale è stata capace di:
- cambiarmi sesso, sono infatti Giovanni;
- dimenticare di registrare il tifo (entrambe le dosi);
- sbagliare a COPIARE i ceppi di meningococco;
- sbagliare a COPIARE il mese della vaccinazione contro l'epatite A;
- scrivere "Destinazione MoNzMico" (che tralaltro è impronunciabile);
- scrivere preoposizione invece di pre-esposizione;
- dire "me l'ho dimenticato".

Triste, maschiA, meno vaccinata del dovuto, con la grammatica che piangeva in un angolo e guardata come una pazza appestata sono tornata a casa.

Voglio tornare in Africa.
Almeno è in via di sviluppo.
Noi abbiamo perso le speranze da tempo.

venerdì 26 novembre 2010

Amore ovino

Io lo so che voi penserete che sono monotona, che parlo sempre di uomini e diventerò noiosa.
Ma non è colpa mia se incontro solo zulù.
Vi assicuro che non ho l'animo da ricercatrice.
Per me le scimmie sono scimmie, gli umani umani.
Ogni tanto.

Ultimamente le serate agrigentine hanno aggiunto una variante alle normali risse.
Ormai bottigliate, coltellate e testate sono superate, ci siamo dati alle armi batteriologiche e quindi facciamo esplodere le bombolette di spray al peperoncino nei locali.
Gente che vomita, gente che piange, chi tossisce.
Belle cose insomma.

Ma la cosa più bella, a parte aspettare l'uso di antrace, sono i pensieri che gli uomini riescono a partorire.
Ultimamente, sebbene sembri difficile, la mia stima per l'essere umano maschio è parecchio scesa.
Ho scoperto che più diffusi degli uomini sono gli esseri umani zerbini.
Più una donna è figa più code ha la frusta che utilizza.
L'essere umano zerbino è un incrocio tra l'essere umano scemo e un pavone in calore.
Come l'essere umano scemo è convinto di essere intelligente e di perseguire un obbiettivo.
Praticamente applica alla lettera il detto "si lavora e si fatica per amore della fica".
Come il pavone gonfia le piume per farsi bello.
Ma tutto sommato uccello è e uccello rimane.

L'unica cosa che gli uomini di oggi ci risprmiano è l'uso del cervello.
Mentre molte donne tra un orecchio e l'altro hanno solo spuma, loro hanno solo ormoni.
E qualche film porno.

Ieri, leggermente nervosa, sono andata a ballare.
Uscendo dal locale, dopo una serata per niente emozionante, passata a cercare un homo quantomeno erectus, ho incontrato il mio principe, che per conquistarmi ha usato le sue parole più dolci: "a morti to è a pecorina".

Ora.
Amico mio, grazie.
Perchè quando hai finito di parlare ho sentito un fremito, una felicità, una possibilità.
Ho capito che quella serata non era persa, che avrei avuto qualcosa da raccontare, che zero non è il livello minimo della mia stima per gli uomini.

E che tu e Federica avreste passato una splendida serata.

giovedì 18 novembre 2010

Mondo latticino

Una volta parlando con un amico, ho sostenuto la teoria secondo cui non si è donna se non ci si lamenta un po'.
Ammettiamolo, per essere donne bisogna avere un minimo sindacale di lamento mensile.
E' vero che il mondo maschio ci offre spunti su spuTi per lamentarci, ma è anche vero, ammettiamolo, che un po' è colpa nostra.

Se facciamo le romantiche ci accompagnamo a gente il cui picco massimo di romanticismo s'è verificato nel lontano 1994, in un mc donald's e con una donna diversa da noi.
Se facciamo le fighe, ci accompagnamo a gente che ci informa che la nostra palpebra è poco allenata.
Se amiamo la cultura conosciamo gente per cui il periodo ipotetico indica l'ipotesi di utilizzare un congiuntivo.

E poi abbiamo le nostre frasi cult:"ma sssì mi va che siamo una coppia aperta"; "ma no io prendo quello che c'è, son felice così"; "ma ovvio esci pure con la tua ex, anzi son proprio contenta che manteniate dei rapporti". E cose così.
L'unico contro è che la coppia aperta genera ulcere, prendo quello che voglio si riduce alle gastriti, e in ultimo siamo tutte fans delle mantidi religiose.
Quelle che staccano la testa al compagno dopo la riproduzione.
Tecnica che andrebbe applicata a tutte le ex.

Il problema primo degli uomini, a parte impegnarsi che pare che gli seghiamo le ditine dei piedi per non farli andar via, è la gestione della lontanza.
Preciso: DIFFERENTE gestione della lontananza in confronto alle donne.
Le donne, campionesse di sms, anime di telefonatine flash, geni dell' incontro casuale, si sentono spaesate di fronte al silenzio stampa e alla morte telefonica del loro compagno/flirt/baccaglio/sesso take away.
Gli uomini iniziano ad avere problemi quando la donna si allontana.
Da 1 km in poi.
Praticamente o ti metti col dirimpettaio o rimani singola a vita.

In più recentemente le relazioni si sono complicate parecchio.
Ai miei tempi, nel 2000 a.c., era tutto più semplice.
Tu piace vi a lui, lui piaceva a te, tu te la tiravi q.b. e dopo vi mettevate insieme direttamente e senza passare dal baccaglio (flirt).
Oggi invece, mantenendo un linguaggio da monopoli, vai al baccaglio direttamente e senza passare dal via. E non ne esci, nemmeno se tiri doppio.
Si applica la teoria del latticino.
Ci sono tre grandi categorie, il latte scremato, parzialmete scremato e intero.
Io, singola, faccio parte del latte scremato.
Il latte parzialmente scremato è la fase successiva. Tu mi piaci, io ti piaccio, baccagliamo.
Il latte intero è la cosa più problematica.
Tu mi piaci, io ti piaccio, ci frequentiamo in maniera esclusiva, ma per motivazioni misteriose non stiamo insieme.
Ma stiamo insieme.
Ma non stiamo insieme.
Capite bene che la cosa crea quantomeno il mal di mare.

E paradossalmente, tutti amanti del latte a lunga conservazione, troviamo solo latte fresco.
E' emozionante a primo bicchiere, ma dopo 3 giorni è scaduto.
Praticamente è meglio passare al gorgonzola.
Che quello non sorprende.
Puzza sin dall'inizio.
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