lunedì 29 novembre 2010

Voltar II

Annunciaziò annunciaziò!
Il blog torna a casa!
Lo so che vi avevo già rotto a sufficienza le scatole riguardo al fatto che la cosa mi rende schifosamente felice, ma un annuncio ufficiale mi sembrava doveroso.

Ovviamente ho iniziato la trafila dei vaccini, per fortuna più breve, ma più emozionante grazie al mio attuale posizionamento geografico.
Ho iniziato, da una settimana, le telefonate per informarmi sulla presenza dei vaccini.
Alla settima volta che mi sono sentita rispondere "tifoooo e coleraaaaa?" devo dire che mi sono vagamente infastidita.
Mancava che mi lanciassero l'amuchina.
Interessante è stato anche il dialogo con una tizia a cui avevo chiesto la durata dei vaccini contro epatite A e B.
La risposta "quelli ci sono sempre" la sto ancora valutando.
Si accettano suggerimenti interpretativi.

Oggi sono invece andata all'asl della mia città per ritirare allegramente il vaccino del tifo.
Non avevano la mia scheda, mi hanno chiesto se mia mamma RIMEMBRAVA qualcosa (non ho capito a riguardo a che) e non avevano i libretti per le vaccinazioni.
Ho rischiato di averne uno pediatrico.
Attorniata da nani piangenti la mia pazienza è stata duramente messa alla prova.
Il senso materno lo avevo lasciato a casa per precauzione.

La tizia che ha compilato il mio libretto, inutile perchè senza timbri, senza loghi e non internazionale è stata capace di:
- cambiarmi sesso, sono infatti Giovanni;
- dimenticare di registrare il tifo (entrambe le dosi);
- sbagliare a COPIARE i ceppi di meningococco;
- sbagliare a COPIARE il mese della vaccinazione contro l'epatite A;
- scrivere "Destinazione MoNzMico" (che tralaltro è impronunciabile);
- scrivere preoposizione invece di pre-esposizione;
- dire "me l'ho dimenticato".

Triste, maschiA, meno vaccinata del dovuto, con la grammatica che piangeva in un angolo e guardata come una pazza appestata sono tornata a casa.

Voglio tornare in Africa.
Almeno è in via di sviluppo.
Noi abbiamo perso le speranze da tempo.

venerdì 26 novembre 2010

Amore ovino

Io lo so che voi penserete che sono monotona, che parlo sempre di uomini e diventerò noiosa.
Ma non è colpa mia se incontro solo zulù.
Vi assicuro che non ho l'animo da ricercatrice.
Per me le scimmie sono scimmie, gli umani umani.
Ogni tanto.

Ultimamente le serate agrigentine hanno aggiunto una variante alle normali risse.
Ormai bottigliate, coltellate e testate sono superate, ci siamo dati alle armi batteriologiche e quindi facciamo esplodere le bombolette di spray al peperoncino nei locali.
Gente che vomita, gente che piange, chi tossisce.
Belle cose insomma.

Ma la cosa più bella, a parte aspettare l'uso di antrace, sono i pensieri che gli uomini riescono a partorire.
Ultimamente, sebbene sembri difficile, la mia stima per l'essere umano maschio è parecchio scesa.
Ho scoperto che più diffusi degli uomini sono gli esseri umani zerbini.
Più una donna è figa più code ha la frusta che utilizza.
L'essere umano zerbino è un incrocio tra l'essere umano scemo e un pavone in calore.
Come l'essere umano scemo è convinto di essere intelligente e di perseguire un obbiettivo.
Praticamente applica alla lettera il detto "si lavora e si fatica per amore della fica".
Come il pavone gonfia le piume per farsi bello.
Ma tutto sommato uccello è e uccello rimane.

L'unica cosa che gli uomini di oggi ci risprmiano è l'uso del cervello.
Mentre molte donne tra un orecchio e l'altro hanno solo spuma, loro hanno solo ormoni.
E qualche film porno.

Ieri, leggermente nervosa, sono andata a ballare.
Uscendo dal locale, dopo una serata per niente emozionante, passata a cercare un homo quantomeno erectus, ho incontrato il mio principe, che per conquistarmi ha usato le sue parole più dolci: "a morti to è a pecorina".

Ora.
Amico mio, grazie.
Perchè quando hai finito di parlare ho sentito un fremito, una felicità, una possibilità.
Ho capito che quella serata non era persa, che avrei avuto qualcosa da raccontare, che zero non è il livello minimo della mia stima per gli uomini.

E che tu e Federica avreste passato una splendida serata.

giovedì 18 novembre 2010

Mondo latticino

Una volta parlando con un amico, ho sostenuto la teoria secondo cui non si è donna se non ci si lamenta un po'.
Ammettiamolo, per essere donne bisogna avere un minimo sindacale di lamento mensile.
E' vero che il mondo maschio ci offre spunti su spuTi per lamentarci, ma è anche vero, ammettiamolo, che un po' è colpa nostra.

Se facciamo le romantiche ci accompagnamo a gente il cui picco massimo di romanticismo s'è verificato nel lontano 1994, in un mc donald's e con una donna diversa da noi.
Se facciamo le fighe, ci accompagnamo a gente che ci informa che la nostra palpebra è poco allenata.
Se amiamo la cultura conosciamo gente per cui il periodo ipotetico indica l'ipotesi di utilizzare un congiuntivo.

E poi abbiamo le nostre frasi cult:"ma sssì mi va che siamo una coppia aperta"; "ma no io prendo quello che c'è, son felice così"; "ma ovvio esci pure con la tua ex, anzi son proprio contenta che manteniate dei rapporti". E cose così.
L'unico contro è che la coppia aperta genera ulcere, prendo quello che voglio si riduce alle gastriti, e in ultimo siamo tutte fans delle mantidi religiose.
Quelle che staccano la testa al compagno dopo la riproduzione.
Tecnica che andrebbe applicata a tutte le ex.

Il problema primo degli uomini, a parte impegnarsi che pare che gli seghiamo le ditine dei piedi per non farli andar via, è la gestione della lontanza.
Preciso: DIFFERENTE gestione della lontananza in confronto alle donne.
Le donne, campionesse di sms, anime di telefonatine flash, geni dell' incontro casuale, si sentono spaesate di fronte al silenzio stampa e alla morte telefonica del loro compagno/flirt/baccaglio/sesso take away.
Gli uomini iniziano ad avere problemi quando la donna si allontana.
Da 1 km in poi.
Praticamente o ti metti col dirimpettaio o rimani singola a vita.

In più recentemente le relazioni si sono complicate parecchio.
Ai miei tempi, nel 2000 a.c., era tutto più semplice.
Tu piace vi a lui, lui piaceva a te, tu te la tiravi q.b. e dopo vi mettevate insieme direttamente e senza passare dal baccaglio (flirt).
Oggi invece, mantenendo un linguaggio da monopoli, vai al baccaglio direttamente e senza passare dal via. E non ne esci, nemmeno se tiri doppio.
Si applica la teoria del latticino.
Ci sono tre grandi categorie, il latte scremato, parzialmete scremato e intero.
Io, singola, faccio parte del latte scremato.
Il latte parzialmente scremato è la fase successiva. Tu mi piaci, io ti piaccio, baccagliamo.
Il latte intero è la cosa più problematica.
Tu mi piaci, io ti piaccio, ci frequentiamo in maniera esclusiva, ma per motivazioni misteriose non stiamo insieme.
Ma stiamo insieme.
Ma non stiamo insieme.
Capite bene che la cosa crea quantomeno il mal di mare.

E paradossalmente, tutti amanti del latte a lunga conservazione, troviamo solo latte fresco.
E' emozionante a primo bicchiere, ma dopo 3 giorni è scaduto.
Praticamente è meglio passare al gorgonzola.
Che quello non sorprende.
Puzza sin dall'inizio.

domenica 17 ottobre 2010

Waiting for

Per adesso sono in vena di lettere e ho deciso di scriverne una dedicata ad una persona piccola piccola ma tanto speciale.
Tanto piccola da non essere ancora nata.

Cara bimba,
non sai con quale ansia e curiosità ti aspettiamo tutti. Vista la tua mamma sarai una meraviglia, simpatica, capace e mai zitta :D
Sai che sei la prima bimba che mi fa emozionare? La tua mamma è la prima amica che aspetta un cucciolo.
Farai disperare mamma e papà (che sono già follemente innamorati di te), non li farai dormire, nè da piccola, nè da grande.
Li farai impazzire al primo sorriso, alla prima parola, persino alla prima pipì nel vasino.
Sarai coccolata, viziata e adorata.
Avrai uno stuolo di ex-leonardini che ti porterano oro, incenso e mirra (facciamo caramelle, giocattoli e vestitini va).
Farai ingelosire papà dal primo fidanzato al futuro marito.
Farai preoccupare la mamma alla prima uscita in scooter.
Ma loro ci saranno sempre e capiranno quando sei triste da come dici "pronto", da come ti muovi e da come sorridi.
Non avrai bisogno di fingere con loro, potrai essere te stessa e sarà bello condividere con la tua mamma i tuoi sogni e i tuoi desideri.
La vita ti offrirà meraviglie e delusioni, ma a tenerti per mano ci saranno sempre loro. Per insegnarti a muovere i primi passi, per accompagnarti nella vita e per prenderti in braccio quando ti sentirai triste.
Il tuo papà smetterà di essere un uomo serio quando ti vedrà sorridere e se gli chiederai la luna, ti chiederà se vuoi anche le stelle.
La tua mamma ti spianerà la strada e il cordone ombelicale che per adesso vi lega, vi legherà per sempre.

Non vediamo l'ora di vederti piccolina.
Ma aspetta un po', non avere fretta.
Mamma, papà, i nonni, noi tutti ti aspettiamo.
Il mondo ha bisogno di una piccola Ary.

Ma dagli tempo.
La mamma deve mangiare molta altra marmellata, papà deve impazzire un altro po' e noi dobbiamo incuriosirci ancora.

E ricorda, le vere donne si fanno sempre attendere.

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giovedì 7 ottobre 2010

Carabbbicchieri 2- la vendetta

Sto iniziando a pensare che certa gente prenda un tot ad accento.
Non c'è altra spiegazione.
Come già avevo accennato in un precedente post la grammatica è giornalmente martoriata e offesa e avevo pensato, di costituire un ente di liberazione dei congiuntivi, un'associazione pro periodo ipotetico, o di farsi dare 1 euro ad accento fuori posto, come si faceva da piccoli con le parolacce.
Avevo pensato di creare il 110, un numero da chiamare in caso di dubbi amletici su "ciliegie" e "ciliege", una specie di telefono azzurro per il congiuntivo maltrattato, ma al contempo un pronto intervento per denunciarne i maltrattatori.
E invece proprio la legge mi ha tradita.
I rappresentanti della legge e io abbiamo rapporti abbastanza blandi, che si limitano alle denunce.
E meno male.
Ieri ho avuto la necessità di denunciare lo smarrimento della carta d'identità.
Sono andata alla polizia e mi hanno risposto che non c'era.
Non ho capito chi.
Nel mulino che vorrei ognuno usa un soggetto.
Poi ho riflettuto che forse, causa tagli, in ogni questura c'è uno e un solo soggetto che sa scrivere.

Quindi sono andata dai carabbbbicchieri.
Un uomo che spero avesse un tic perchè continuava a farmi l'occhiolino, mi ha fatto accomodare, non ho capito perchè, in un luogo in cui non prendevano nemmeno i telefoni e glamour e gioia erano stati sostituiti da giornali ad evidente orientamento cristiano sulla mia città.
Ho letto le crepe, che tutto sommato erano interessanti.
Dopo ho fatto la denucia.
Il maresciallo che ha raccolto la mia denuncia ha, in un colpo solo:
- sbagliato la mia data di nascita;
- sbagliato la data di emissione della carta d'identità;
- decretato che ero "conosciuta ai loro uffici" perchè gli scocciava registrare il documento;
- messo un accento in un posto in cui MAI un bravo accento dovrebbe trovarsi.

Per cui:
io sono nata il 19 Dicembre; la mia carta d'identità è stata emessa il 3/3/207, non ho capito se prima o dopo Cristo e, udite udite, come "sè stesso" si scrive con l'accento "mè stesso" segue le sue sorti.

TristA, pregiudicata, più giovane di 9 giorni e con una carta d'identità vendibile ad un museo mi sono avviata verso casa.
Continuando a chiedermi perchè io non lavoro.

venerdì 17 settembre 2010

Caro datore di lavoro

Al 148esimo curricula inviato, in cui mi spaccio per donna paziente, che si adatta, che conosce le lingue, che sa cucinare i broccoli, che sa saltellare su un piede solo, che scala montagne e ama gli insetti, ho maturato una riflessione.
Non è più babbo natale l'uomo che può esaudire i nostri desideri, ma un ipotetico datore di lavoro.
E allora ho deciso, dato che dei curricula ne ho piene le tasche, di scrivergli una letterina.

Caro ipotetico datore di lavoro,
mi chiedo perchè ti chiamino datore, dato che lavoro non ne dai.
Sono una ragazza strana, lo ammetto, vorrei lavorare e, cosa assurda, vorrei essere pagata.
Ho studiato legge e mi si chiede di lavorare 2 anni gratis, fare un difficile esame e poi PROVARE a lavorare.
Ma io ho studiato 5 anni, ho dato materie assurde come la filosofia del diritto e materie infinite come la procedura civile. Perchè dovrei lavorare gratis?
Mi riesco ad esprimere e a far capire in 4 lingue, non sarò eccezionale, ma non morirei di fame praticamente in mezzo mondo, tra italiano, francese, inglese e portoghese.
E anche se mi mandate in giappone sopravvivo. So dire pronto e so dire sushi.
Rapporti sociali e cibo sono assicurati.
Nondatore di lavoro perchè non mi vuoi pagare? perchè mi dici cose come "ovviamente il primo periodo non percepiresti nulla?", il primo periodo non devo mangiare?
E poi non ho ben capito una cosa. Io sono una collaboratrice professionale occasionale.
Meno male che sono professionale perchè altrimenti mi sentivo in dovere di roteare la borsetta.
Tutti questi contratti, caro amico datore di lavoro, servono a non pagarmi i contributi. Ma perchè, davvero pensi che io aspiri alla pensione?
Tranquillizzati.
Se mai noi giovani avremo un contratto sapremo che in ogni stanza ci sarà appeso un foglio in cui sarà registrata l'ora e la data del decesso. Non saremo "morti sul lavoro", ma "morti al lavoro".

Io davvero non pretendo molto.
Però ho studiato, ho dimostrato di essere adattabile (ho fatto pipì in un cespuglio che manco Lassie), accetto il diverso (ho mangiato la testa di una mucca), conosco le lingue, sono amica del periodo ipotetico.

Perchè devo fare 100 stage, 24 tirocini, 76 internship, 120 periodi di prova, perchè "ovviamente" all'inizio non percepirò stipendio?
Perchè ci chiedete di fare la spesa, badare ai vostri figli, fare le fotocopie se non è il nostro compito? Perchè io che mi sono laureata a 24 anni non lavoro e uno che ha impiegato 30 anni per prendersi un diploma guadagna 10mila euro al mese?
E non voglio mica uno stipendione. Mica voglio il porche, manco guido io.
E mica chiedo tanto, chiedo solo quello che mi spetta.
Vorrei fare un lavoro che assecondi i miei studi, vorrei uno stipendio che mi faccia arrivare a fine mese e vorrei non dover ringraziare nessun altro che me stessa per questo.

E aspetto le parole che nessuno mi ha mai detto, "contratto", che ormai per i giovani valgono più di un ti amo.

mercoledì 4 agosto 2010

Premio fedeltà

Dopo la patente a punti, gli esami con i crediti, il liceo con i crediti, i crediti mancanti, i crediti avanzati e i punti Esso, Ello e così via, anche i nostri immigrati entreranno nel giro(ne) infernale dei punti.
'Nsiamai si sentono esclusi.
Il nostro fantasioso governo ha infatti deciso che il permesso di soggiorno si otterrà con i punti.

Per capire meglio, mi sono collegata al sito del ministero degli interni dove AGEVOLMENTE si può scaricare il modulo per l'assunzione del lavoratore straniero.
Appena lo trovo, sempre AGEVOLMENTE ve lo passo.
E io sono italiana eh, è la mia lingua.
Si viene così a conoscenza dell'esistenza dei vari centri.
Il CIE centro identificazione ed espulsione;
Il CARA centro accoglienza richiedenti asilo;
il CDA centro di accoglienza.
La ripetizione di accoglienza è inquietante, non si capisce se vogliano convincere gli stranieri o se si vogliano autoconvincere che davvero li accogliamo.
Sento una voce fuori campo. Arriva dalla Libia.
Niè meglio che non ripeto che siamo ancora in fascia protetta.

Comunque.
Una volta trovato il modulo che non si trova, si va all'ufficio unico immigrazione.
Lì chiedi il nulla osta, tenendo conto delle quote, del decreto flussi, dell'allineamento dei pianeti, dell'ascendente dell'oroscopo e delle correnti ascensionali.
E dimostri che darai al tuo lavoratore una casa, i soldi, i soldi per il ritorno e una fetta di culo.
Dopo di ciò aspetti il parere del questore e della direzione provinciale del lavoro.
Poi convocano il datore di lavoro, poi spedisci agli uffici consolari tutto e aspetti il visto.
Ottenuto il visto, lo controllano, ti danno il codice fiscale e ottieni... udite udite... il MODULO del permesso di soggiorno.
Vai alla posta, lo compili e lo spedisci in apposita busta.
La posta, la stessa che ad Ag ha avuto i tabelloni rotti per 35 giorni.


Solo allora ti danno username e pass e potrai AGEVOLMENTE controllare la tua pratica su internet.
Che non ce l'hanno internet gli immigrati?
Ma vi pare.

Dopo di ciò ottieni il permesso di soggiorno.
Che andrai a ritirare insieme alla tua badante con la quale trascorrerai gli anni della pensione.
Insieme al permesso ti rilasciano una calcolatrice.
E inizi a contare.

Se conosci bene la lingua italiana ti danno 20 punti.
Il corso è tenuto dalla De Filippi.

Se conosci la costituzione ti danno 20 punti.
E altri 10 poi se la spieghi agli italiani.

Ma attenzione.
Se vieni condannato ti tolgono punti e lo stesso se tuo figlio è bocciato a scuola.
Invece per il nostro squadrone dei "se sarei", diplomati nelle scuole a pagamento, per i quali la nebbia agli irti colli è un pezzo di fiorello, l'allegra brigata del pò con l'accento, gente che riesce a scrivere "scualtrinati", promozione immediata.
Ministri subito!

Se non commetti illeciti, conosci la costituzione, conosci l'italiano e i tuoi figli vanno bene a scuola otterrai un bonus.

Se scendi sotto i 5 punti dovrai frequentare un corso di recupero.
Un corso alla fine del quale si verificherà se ti sei integrato, se sei "italianizzato".
Le modalità non sono spiegate.

Non capisco bene.
Con buona pace di Aristotele, che mai avrebbe pensato di prestarsi a ciò, farò un ragionamento.

Se un immigrato si è integrato guarda la De Filippi.
Quindi non conosce la grammatica.
Meno 20 punti.

Se un immigrato si è integrato guarda porta a porta.
Quindi non conosce la costituzione.
Meno 10 punti.

Se un immigrato si è integrato conosce la politica.
E qui, mi consentano, eviterò commenti.

Ma io mi chiedo.
Ma se gli immigrati conoscono la grammatica, conoscono il malvagio periodo ipotetico, sanno che il congiuntivo non è cancerogeno, conscono la costituzione e lavorano.
Ma allora...
Buttiamoli fuori!

E non son mica italiani.

mercoledì 30 giugno 2010

AquaSbem!

Ultimamente ad Agrigento la noia regna sovrana.
L'estate tarda ad arrivare, il vento scompiglia le creste e il cambio di stagione è più sofferto che mai.
La moda, incerta per i cambiamenti di temperatura da deserto, presenta soluzioni vagamente inquietanti; gente che sembra scendere dalle alpi e gente che, pur di mostrare il sedere, è congelata dentro un pantaloncino con un'immobilità causa gelo che uno specialista definirebbe rigor mortis.
La noia, il freddo, l'impossibilità di incastrarsi in un microshort, tragedia che attanaglia più uomini che donne, spinge la sicula umanità a cercare alternative e calore umano.
Ultimamente, a furor di popolo, è stato portato all'onore delle cronache l'"Aquaselz".
E' un locale in cui trovare un maggiorenne è impresa ardua e possiede un privèe che sembra una gabbia per i leoni. Peccato che i leoni luccichino.
Prendere da bere impegna mezza serata, bere 2 secondi netti. Bere mentre un 16enne cerca di abbordare una 15enne passando sul tuo corpo non rende la cosa agevole.
La mia personale scelta dell'abbigliamento da aquaselz è diametralmente opposta a quella degli altri esseri umani.
Mentre i ggiovini avventori selezionano con cura il catarifrangente da indossare, io scelgo il mio abbigliamento seguendo le linee guida di simpatici amici.
I vietcong.
L'abito scelto non dev'essere facilmente infiammabile, causa bruciature varie ed eventuali da parte di gente a cui, pesando il braccio, tiene la sigaretta ad altezza essere umano.
Ma vanno capiti eh, sono disorientati.
Mica sono abituati ad avere qualcosa che pesi.
Poi dev'essere qualcosa di cocktailrepellente. In ogni caso quando torno a casa le formiche fanno la ola.
L'Aquaself, 2 banconi definiti strategici da uno che ritiene strategica la scelta dei giocari italiani al mondiale, una serie di divani lanciati dall'alto da un sadico amante dello shangai, un privè che espone i fluorescenti avventori al pubblico ludibrio, un numero di 15enni che un'insegnante non vede nella sua carriera tutta, manca di qualcosa.
La campanella.
Almeno i 15enni saprebbero dove andare.
E invece, come una mandria di puffi dopati, si riversano nelle strade dando sfogo al testosterone.
Le motivazioni sono varie ed eventuali: tu hai respirato troppo, tu hai starnutito, tu hai guardato il cielo, la settimana scorsa hai fatto la pipì, mi prude il gomito, e altri temi di questo genere.
I feriti, a parte il condizionale, sono facilmente individuabili.
Sono direttamente proporzionali al numero di perline per terra.

Poveri 15enni, andrebbero protetti, informati.
Magari con un cartello:
"Ogni anno l'aquaselz fa più vittime del tabagismo".

mercoledì 23 giugno 2010

Umanità Vs tecnologia

La tecnologia è ormai entrata nelle nostre vite e non potremmo farne a meno.
Ce ne accorgiamo quando andiamo in un posto dimenticato da Dio e il cellulare non prende. Ci trasformiamo direttamente e senza passare dal via in iettatori e sterminiamo intere famiglie, preoccupandoci del fatto che nessuno potrà tempestivamente informarci di tale ecatombe.
Ma la tecnologia è una nostra aminemica.
Quando la tua cronologia scompare di botto inizi a soffrire di sindrome da abbandono e quando il tuo cellulare squilla mentre l'uomo della tua vita ha finalmente deciso di condividere l'ossigeno con te è un ciccinin fastidioso.

Insomma la potenza è nulla senza il controllo.

Prendiamo facebook.
Ci permette di farci ogni giorno 1/2 kg di cazzi altrui, di recuperare compagni delle elementari che non ci siamo mai filati, ma che adesso hanno un che di esotico, di conoscere persone che ci aggiungono mostrando un giubilo preoccupante e poi non ci salutano per strada, di sapere che pinco è passato ad una relazione complicata e che pallino è adesso fidanzato (belle cose insomma).

Ma ci impone di sapere che le mattine di tizio, che non è più fidanzato con Caia, sono vuote, i pomeriggi sono vuoti, le sere sono vuote e i vuoti sono vuoti.
Salvo scoprire poi che Tizio sta con un'altra diventata, direttamente e senza passare dal via, l'ammoresuo e luce dei suoi occhitutti.

Ci mette a conoscenza dell'intera evoluzione del rapporto di Caio:
oggi ci siamo guardati
oggi ci siamo sorrisi
oggi è stato difficile
oggi...

e ti manca sempre l'ultima puntata...

Gente insospettabile e apparentemente rispettabile, invia cuoricini a destra e a manca e chiede aiuto per la crescita ottimale delle proprie zucchine, persone serie tornano a casa a mungere le mucche e a raccogliere banane.

Ma la cosa più terrificante è il giornaliero, continuo e sistematico massacro della grammatica italiana.
Se prima riusciva a rimanere nell'ombra o si limitava il danno ad un contatto messenger alla volta, adesso con facebook i danni sono illimitati.
Gli errori grammaticali vengono lanciati nell'etere e lì rimangono in eterno.
Traumatizzando gli amanti del congiuntivo.

Facebook è la patria della non grammatica, il terreno libero per l'associazione contro i congiuntivi, zona franca degli estimatori delle doppie e delizia dell'esercito degli accenti.
Nessuno accenta il sì (nemmeno Montanelli per carità, ma lui era Montanelli) e per vendetta o bilanciamento non so, accentano TUTTO il resto.
Sò, fà, và, nè, sà tutti accentati, indistintamente, senza risparmiare nessuno.

Per non parlare del povero "po'". Nessuno si convince del fatto che non va accentato, passi nei messaggi sul cell, ma non al pc.

Il periodo ipotetico almeno c'è abituato. Lui lo massacravano anche oralmente. Certo un conto è sentirsi dire "se sarei", un conto è vederselo scritto lì a imperitura memoria.

I commenti sono fonte di inesauribile cultura e qualcuno merita di rimanere impresso nelle nostre coscienze.

"avvolte lo avrei voluto [...] ma alla fine anche i ricordi brutti fanno parte dellla nostra vita sensa quest non saremo quelli [...]"
Questa ha fatto bingo. Credo abbia superato il limite legale di errori per frase...

"che nn cè più tempo da perdere"

"lo trovato"

Oppure ci sono gli insoddisfatti, i delusi, pericolosi oralmente, letali su carta.
"Certa gente non è CAPACIE di essere un'amicO

Sembra la fiera della grammatica. Si barattano accenti in cambio di doppie, apostrofi in cambio di congiuntivi.
Io non voglio fare la maestrina.
Ma convincetevi: gli accenti servono, fanno capire tante cose, il condizionale può diventare un caro amico, il diZZionario una lettura illuminante, il Po è un fiume, , cè non esiste in natura e se avete "un'amicO" preoccupatevi della sorpresa
E, no.
Il periodo ipotetico non rappresenta l'ipotesi di usare il congiuntivo.

E qualcuno mi spieghi chi sono i pinioli...

lunedì 21 giugno 2010

I nuovi mostri

Dicono che sia arrivata l'estate.
Io ancora aspetto, tra vento e pioggia a casa mia sembra di essere nella galleria del vento con somma gioia del capello modello psycho.
Nelle 36 ore di sole che questa meravigliosa estate ci ha offerto, ho notato che il sole incide anche sulle relazioni umane.
Le relazioni tra umani e vestiti soprattutto.
Con l'estate c'è più voglia d'ammore, nascono nuove coppie e la gente si spoglia.
Purtroppo non limitandosi alle mura di casa sua.
Nascono così i nuovi mostri.
Questi esseri umani mezzi uomini e mezzi toupè popolano recentemente le spiaggie sicule e i locali nostrani.
Li vedi (non c'è possibilità di scampo) fieri e festanti con i loro gilet da gelataio, il toupè da ballerina, le magliette con le paillettes e i pantaloncini colorati.
Una sfilata di cosce di pollo.
Sono tutti allenati, pena la scomunica dalla associazione degli slippini.
Hanno braccia, gambe, piedi, sopracciglia e mignolini allenati e ogni tanto ti chiedi se abbiano lasciato la gruccia nella maglietta che indossano.
Se i colori che indossano sembrano misteriosi, inspiegabile è il colore della loro pelle.
Sono tutti arancioni, sembra di fare una visita guidata alla stabilo.
Per motivi poco chiari e inspiegabili in posti al di sotto del trentino, i nuovi mostri si ammazzano di lampade, sembrando un esercito di Carlo Conti.
Se ci pensate il vecchio detto "chi bellA vuole apparire tanti guai deve soffrire" è calzante per una donna. I tacchi slanciano ma insegnano a parlare alla pianta dei piedi, il push up ti fa le tette ma incrina le costole, il mascara dà uno sguardo sexy ma se piove passi da geisha a panda in 10 secondi e così via.
Cercando di applicare lo stesso detto ad un uomo ho trovato varie difficoltà, ma me ne sono fatta una ragione.

Caro amico fluorescente,
io ti capisco.
Sono una donna di monTo io.
Lo capisco che l'abbronzatura del tuo internocoscia è indispensabile per la tua serenità psicologica, che il toupè non ti fa sudare il collo, che essere arancione ti rende meglio individuabile al buio, che le magliette dai tessuti cangianti ti rendono diverso a seconda del lato da cui una ti guarda, che le scarpe dai colori pastello ti ricordano iridella, tuo primo sogno erotico, che porti tante catene e bracciali addosso così per trovarti è sufficiente alzare sopra la folla una calamita.
Però figlio mio.
E mettiti una camicia che riesci a chiudere.
Ci hanno tolto la libertà di parola, respirare è ancora lecito.

Alternative content

venerdì 11 giugno 2010

Approcci

A ritmo di un ping pong fastidioso, che vedeva la sfida tra slippino blu e slippino viola ho iniziato a pensare.
C'è poco da fare, gli slippini mi ispirano.
Ultimamente le relazioni umane sono più difficili.
Superata una certa età, i 14 anni per alcuni gli 87 per altri, si inizia a diventare parecchio esigenti.
Insomma a 14 anni uno ti diceva che nei tuoi occhi vedeva l'immenso e tu ti scioglievi, ora uno ti dice che nei tuoi occhi vede una luce particolare e tu pensi che non hai pagato l'enel.
L'altro giorno ho incontrato un'amica che non vedevo da tempo.
Solite chiacchiere di aggiornamento e si arriva all'argomento caldo.
Uomini.
Lei mi ha detto: "sai Giò, io sarò particolare, ma mi guardo intorno e mi viene la tristezza".
Fortunata lei, io mi guardo intorno e mi sovvien l'eterno.
Ormai se una ha un uomo che non rutta in pubblico e azzecca un congiuntivo su 3, stessa quotazione delle sorprese fighe dell'uovo kinder, deve tenerselo stretto.
Io consiglio la pipì tutttintorno.
Gli uomini per abbordarti ti informano che hai un culo che, che hai 2 tette che e che hai una bocca che.
L'unica curiosità delle donne, ormai abituate a questi sterminatori manco tanto silenziosi del romanticismo, è cosa venga dopo quel famoso che.
Signori uomini.
Signori, poi...
Uomini manco...
Insomma voi.
Vi svelerò l'arcano.
Se dite ad una donna che la "succhiereste tutta" (passatemi la volgarità, non invento niente purtroppo), l'unica cosa a cui la suddetta penserà è che è un botto che non mangia morositas.
Se dite ad una donna"ti offro coca in cambio di una sveltina in un bagno pubblico", l'unica cosa a cui penserà è che l'ultima volta che quel bagno ha visto il viakal andava di moda il toupè.
Se dite ad una donna "hai un culo che parla", la donna si metterà con la santa pazienza per insegnare al culo, manco fosse un pappagallo, a mandarvi a quel paese.
Se uscite con una maglietta con su scritto "s4ck my d1ch" tutto vi potrà succedere, tutto, ma non quello che chiedete.
In ogni caso nessuna ve la darà.
Per cui compratevi una kilata di baci perugina e iniziate a studiare.
Sarete stantii ma magari 1/1000 ce la fa.

domenica 6 giugno 2010

Modi di lasciarsi

Tempo fa guardavo una puntata di "Sex and the city" nella quale la protagonista veniva lasciata con un post-it. Ho riso e ho pensato che NEANCHE un uomo potesse arrivare a tanto.
Mi sbagliavo.
Nell'epoca dell'uomo-coniglio nuovi modi di lasciarsi battono il post-it 10-0.
Parlando con le mie amiche ho esaminato casi degni di studio.
E ho stilato una classifica delle nuove tendenze primavera-estate.

Situazione 1:
Lui e lei hanno una storia travagliata, anzi non hanno una storia perchè lui ha deciso così.
Praticamente hanno solo un travaglio.
Lui fuori non la tocca, non la guarda, non divide lo spazio aereo, non ci condivide mano l'aria. perchè non vuole che il mondo sappia.
Che manco lei avesse il terzo occhio e suonasse la marcia nuziale con l'ascella.
Si fidanzano. Su facebook.
Lui la lascia. E sempre su facebook.
Ma non la lascia mica con un mess privato che fa troppo uomo maturo, si "sfidanza su facebook", passa da fidanzato a single e la blocca.
Praticamente è l'equivalente emozionale del blocca e cancella di msn.
Dopo è passato Freud e s'è inchinato.

Situazione 2:
Lui e lei hanno una storia complicata. Lui è un chicco-boy (quelli più piccoli insomma).
La loro storia è una di quelle modello freccia stradale: ora sì ora no.
L'ultima telefonata merita gli onori della cronaca:
Lui: non ne posso più!
Lei: mi hai spezzato il cuore!
Lui: e tu mi hai spaccato le palle!
Segue ovazione di Casanova e conseguente trasformazione di "Histoire de ma vie" in "Histoire de TA vie".

Situazione 3:
Lei non ne vuole sapere. Lui si applica così tanto che manco lei fosse il possessore dell'unica pila rimasta al mondo per il suo bypass.
Dopo 2 mesi scarsi lui la trova aggressiva e non possono continuare a vedersi. Che manco la mantide religiosa (animale che stimo parecchio) s'è mai sentita così.
Segue chiamata della Bobbit per manifestazione di stima.
Lui però continua a chiamare per esprimere affetto, adorazione e belle cose.
Poi si prende una pausa. Che volete, lo stress.
Segue chiamata:
Lui: ciao!
Lei: cià
Lui: tutto bene?!?!?!
Lei: ssa, sei ancora con il tuo amico?
Lui: si e con Maria (nome di fantasia), la mia amica.
Lei: (con presente presentimento ) E come dormite?
Lui: io e Maria nel mio letto, Mario nel divano letto, sai abbiamo una storia.
Lei: ma non mi dire... pensavo fosse ottimizzazione degli spazi.
Dopo di che è passata l'araba fenice e s'è complimentata. Anche lei ha tempi di recupero più lenti.

Tutto sommato il post-it non è così male.
Fanno tanto uomo che non deve chiedere mai e donna che è meglio che non si chieda niente.
E poi almeno puoi mostrare la prova documentale alle amiche.

mercoledì 2 giugno 2010

Giovinezza e discotunz

Sono da tempo un' attenta osservatrice delle mode.
No, non moda come fashion, ma moda come sinonimo di temporaneità e di usi e costumi.
L'ultimo a passarmi di moda era stato il romanticismo. Passato da timido arciere dell'amore, a prostituto di bassa lega.
Adesso pare che altro sia passato di moda.
Sembra che chi sa parlare, chi azzecca i congiuntivi, chi AMA parlare sia destinato all'ostracismo sociale.
La discoteca, punto di ritrovo di esseri con le scarpe rosse che manco Doroty e luccicanti che manco le palle da discoteca, offre la scusa ai nonparlatori.
Non permette lo scambio di opinioni, cosa spesso positiva e vantaggiosa per la grammatica italiana, ma diventa allo stesso modo un alibi.

La fiducia che io ripongo nell'essere umano è direttamente proporzionale alla quantità di cibo che ingerisco in sua compagnia.
Ad inizio conoscenza, se confido nel fatto che tu abbia 2 o 3 neuroni, berremo un caffè.
Se ho fiducia nelle tue capacità, c'è la speranza di un aperitivo insieme.
Se ti ritengo intelligente e capace di sostenere una conversazione andremo a cena insieme.
Viceversa la disco è il luogo più indicato. Io, tu e la grammatica italiana a piangere chiusa fuori.

Mi è stata rimproverata la mia preferenza per le serate in compagnia di esseri peNsanti a discapito di esseri pesanti.

Ora.
Io non voglio togliere a nessuno le meraviglie della discoteca.
Lo capisco che è emozionante non sentire assolutamente niente, essere abbordate da esseri fluorescenti, pesticciati da gente che ha un q.i. a dir poco imbarazzante, bere metà cocktail e sapere di vodka alla fragola a vita, avere problemi di udito pari a quelli che si hanno post esplosione, avere conversazioni stimolanti che non vanno oltre al: "ciao!""Come???", tornare a casa con i vestiti bucati che manco i vietcong, rischiare di rimanere incinta osservando la porta del bagno e schivare la gente caduta ai tuoi piedi più che per il tuo fascino per una rissa random.

Però io vi lascio libertà di scelta amici tunzettari.
Andate e ballatene tutti.
Lasciate libera anche me.
Che mi godo la mia mela cotta e la capacità di intendere e di volere.

lunedì 31 maggio 2010

La corte dei miracoli- Parte seconda

Ultimamente le disgrazietutte si sono abbattute su di me.
Credo di essermene fatta anche qualcuna di quello del 4° piano, così, per completezza.
Tra ospedali, per diretta e interposta persona, viaggi e malattie varie la mia vita è stata tutta un quiz.

L'altro giorno al mare, tra uno slippino fluorescente e l'altro, riflettevo sui rapporti umani.
E sui casi da studio che entrano ed escono dalla mia vita. Utilizzando una porta girevole che murerò a breve.

Iniziamo da Mr. forty.
Mr. forty fa parte della strana cerchia dei 40enni, quelli ancora sotto inchiesta.
Bisogna decidere se ormai fanno parte dell'usato manco tanto garantito o se sono come il vino buono, invecchiando migliorano.
I 40enni hanno dei pregi, bisogna ammetterlo.
Hanno una casa tutta loro, riescono a guardarti anche negli occhi, sanno che oltre ai 4 salti in padella c'è un mondo tutto da scoprire e, alcuni di loro, conoscono anche il tempo di cottura degli spaghetti.
Ma hanno anche dei difetti. Sono in mezzo del cammin di loro vita e non hanno ancora deciso se andare avanti o indietro.
Si sentono ragazzini, con tragici risvolti per la dignità loro e della palazzina tutta o si sentono vecchi e stanchi il giorno dopo, provocando l'esaurimento di chi, per stargli dietro, aveva tirato fuori i rollerblade.
Sono quelli che vorrebbero fare il grande salto, ma sono bloccati da un artritico passato.

Insomma meglio darsi al vino novello.

C'è stato poi il gelataio.
Un bel dì si avvicina al tavolo un uomo, con un gilet viola, la camicia e il pantalone bianco.
Un salto nel passato: chiudo gli occhi e vedo il camioncino bianco, sento la musichetta inconfondibile e aspetto di vedere il gelato a pallette.
Apro gli occhi e lui è ancora lì. E senza gelato.
Li richiudo.
Mr. gilet va ammirato. Si sente figo lui. E con un gilet viola ci vuole molta fantasia.
Parla pure. Usa tutti i luoghi comuni sulle donne e mi informa che secondo lui le donne agrigentine sono facili. Lo informo che io sono etero e non ci ho mai provato con nessuna.
Cerca di offrirmi da bere e io mi fingo opossum.
Morta.

Avete ragione voi, non posso lamentarmi.
La gente per vedere le scimmie va allo zoo, a me basta fare 2 passi.
L'unico neo è che non posso tirargli le noccioline.

martedì 16 marzo 2010

La corte dei miracoli

Il mio 2010 continua a brillare, ma un brillio che non vi dico.
Per cui mi pare giusto dare sfogo alla mia "simpaticità".
Nei periodi che parafrasando (si parafrasando vi assicuro) potremmo serenamente definire di merda, emergono, a completamento, misteriose figure.
Mezzi uomini e mezzi scassa palle.
Emergono così creature mistiche, 8enni vestiti da adulti, gente in confusione mistica o meno mistica, gente che impiega 10 minuti a decidere se "ci si" o "si ci", estimatori di intimo altrui e tanti bei pazzi.
Un'allegra corte dei miracoli insomma. Manca il gobbo di notre dame e siamo tutti.
Aggiungete che il vostro migliore amico si sta laureando e non è carino raccontargli i vostri cazzi giacchè il pover uomo ne ha per voi e la palazzina vostra, e avrete il quadro completo.
Sono questi i periodi in cui si inizia a pensare che tutto sommato anche la salvaguardia degli ippoglossi arricchirebbe il vostro bagaglio culturale.
Ma l'Alaska è ancora troppo vicina.

La permanenza nella valle di lacrime non aiuta.
Vivo in un luogo in cui dire che leggi decreta la fine della tua vita sessuale e nei pub incontri gente che ritiene possa avere fortuna nell'informarti che gli piace il tuo perizoma.
Quest'ultima nel caso in cui tu, come il 75% della popolazione mondiale arrivata alla sera, non ricordi che intimo indossi, assume sfumature emozionanti.
Ma è la terra in cui la gente ritiene divertente chiedere "oh ma tu lo conosci quel culo?". Che a te, che con uno del genere non ci condivideresti nemmeno lo spazio aereo, ti s'accapona la pelle.
E poi c'è la gente con il ciclo di default. Quelli che si offendono se non scondinzoli quando li incontri.
E se tenti di scappare, il cielo ti punisce.
Proprio il cielo peraltro, manco per interposta persona.
Una giorno una ragazza esaurita voleva tornare da Palermo (mica dalle Canarie eh, che uno dice beh ti sei divertita ora soffri).
Con l'umore di una che sta andando a fare una gastroscopia stava tornando a casa; Palermo- Agrigento, niente di strano, niente di nuovo, niente di eccezionale.
C'era pure un film "palermo- Milano"; io la potevo fare per i tempi.
Sono stata sequestrata sul bus, causa pioggia, per 5 ore.
E senza Raul Bova.

Questo a dimostrazione del fatto che la sfiga non ha mai fine.
Perchè quando ti sembra di avere toccato il fondo, ti informano che c'è il sottoscala.

venerdì 5 febbraio 2010

Generazione surimi

Come il romanticismo a suo tempo anche la vita di coppia mi s'è evoluta.
Tra un Paolo Fox e un pazzo di psycho.

Ai miei tempi la vita sentisessuale era più semplice.
Riuscivi agevolmente a capire se eri fidanzato/a o meno.
Non parlo della sicurezza sentimentale, nsiamai, ma della comprensione della propria situazione.
Coppia? non coppia? amante?
Carne? pesce?
Insomma a tempi baciavi un tipo e lui diventava, direttamente e senza passare dal via, il tuo fidancoso.
Non erano necessari un periodo di rodaggio, frequentazione di 3 anni, conoscenza di 4, baccaglio di 6, 14 uscite, 16 prove tecniche di trasmissione o fare pipì tutto intorno alllui.
Lingua docebat.

Oggi alla domanda sei fidanzata? assistiamo alla moltiplicazione dei vocaboli.

Abbiam perciò:
- frequento qualcuno;
- stiamo uscendo;
- ci vediamo;
- ho una relazione;
- abbiamo una storia;
- baccagliamo (flirtiamo);
- siamo.

E quest'ultima è figlia diretta del 7 e 1/2.
Carta? sto!

Praticamente ad uno che ci prova non sai che rispondere.
Scusa non sono sicura di potertela dare
non mi pare una risposta soddisfacente.
Siamo praticamente la generazione degli incastrati. Liberi ma non liberi. Fidanzati ma liberi.
In pratica uno si sente fidanzato e l'altro fa le corna non corna.

Tralaltro se la domanda vi sembra difficile, la classificazione lo è di più.

Tragico è chiedere dov'è l'altro.
Ehi ciao, dov'è il tuo... fidanzato no, zito no, ragazzo no...
We sei sola?

S
iamo la generazione delle storie a distanza, quelli che sentono più spesso "vodafone messaggio gratuito, l'utente da lei chiamato ha cambiato continente" che la voce del proprio aMmore.
Siamo mezzi uomini e mezzi skype, agenti di viaggio falliti, onniscenti riguardo le tariffe you&mefinedelmodno, noi2e4foche, iotuel'alaska e trombatori per procura.
E sì perchè anche il sesso ha la sua parte.
Praticamente si fa sesso online, oncam, onweb, onmsn, onskype, ma mai onthebed.

Ciò rende telecom responsabile di gioie ed orgasmi.
Fastweb ci permette il sesso acrobatico, l'Adsl ci offre un sesso da coppia sposata da 20 anni e se avete il satellite leggete un bel libro.

Insomma siamo una generazionesurimi.
Che nessuno ha ancora capito che è.

sabato 16 gennaio 2010

Il mio shining 2010

Il mio 2010 procede ricco di... le chiameremo emozioni.

Poco tempo fa TUTTOPERME mi aggiunge in msn.
Io già non aggiungevo prima, memore del videopene non aggiungo più nemmeno i parenti.
Chiedo prima un documento identificativo.
Come nei pub inglesi.
Ma, penso, sarà il fratello piccolo (scemo) di qualche amica.
E con innato senso materno lo aggiungo.

Segue conversazione:

Lù: chi sei?
TUTTOPERME: come non ti ricordi di me?
Lù: evidentemente...
TUTTOPERME: nemmeno guardando la foto?

Ora... il ragazzino in questione aveva una foto che solo a guardarla era pedofilia, abbarbicato ad una coetanea e con una maglietta (LUI) più scollata del 90% di quelle che popolano il mio armadio.

Lù: guarda forse hai sbagliato persona, chi ti ha dato il mio contatto?
TUTTOPERME: tu?
Lù: da drogata?
TUTTOPERME: ci siamo conosciuti a Natale
Lù: aaaah si mi ricordo! da gianco?
TUTTOPERME: si! brava!
Lù: peccato che io ero in Africa a Natale.

Segue blocca ed elimina
E non dite che sono acida eh.

Secondo tempo:
Luogo: facebook- Patria di tutti i mali

Aprirò un breve sondaggio.
Giusto per capire se sono pazza.
Voi ritenete normale che uno che non sentite da ALMENO 8 anni, che è amico di un amico manco tanto amico, con cui avete parlato 30 secondi di cose interessanti ("freschino oggi eh?" "Eh come cambia il tempo") vi chieda prima se siete fidanzate e poi se siete vive?
Tralaltro essendo su facebook non è che mi puoi ammare per il mio meraviglioso carattere, considerato il fatto che quando ci siamo conosciuti ero ggiovine e avevo tutta la vita davanti e tutte queste belle cose.
Poi dalle foto eh.
Cmq l'omo m'abborda, faccio la vaga, e lui inizia con una specie di terrorismo psicologico.
Usciremo insieme... poi si vede... facciamo una follia... mi piace la tua foto... bella posizione...ti facevo più piccola ghghghgh ...
Inquietante.
"Usciamo adesso? facciamo una follia?" chiede.
"No sai, è che è tardi, io vado a nanna presto, guarda manco ceno ultimamente che già arrivata alla frutta sbavo sul tavolo. Poi stasera mi sento psicologicamente casalinga."
No, non mi chiedete che vuol dire, era la disperazione.
Dopo avermi terrorizzata, inizia a farmi l'oroscopo.

Riassumendo le opzioni del mio scintillante, anzi shining, 2010 sono quindi due.
Darmi ai ragazzetti.
Cenare con paolo fox.

mercoledì 13 gennaio 2010

Cattivi propositi

Ed è finito un anno, ne è cominciato uno nuovo...
Così tanto per iniziare in maniera originale.
Non so voi, ma sono abbastanza felice di essere uscita indenne dalle vacanze natalizie.
Possiamo tornare ad ignorarci con i parenti, farci passare la paresi facciale e smettere col carosello di saluti che senonmisalutimuoioenonènatale.

Non so il vostro, ma il mio 2010 è iniziato, come dire, di merda.
E vi assicuro che la parola scelta è l'unica, tra quelle vagliate, a non comportare la scomunica immediata.

L'entrata del 2010 mi ha offerto spunti di riflessione.
SPUTI di riflessione in realtà.
La notte di capodanno, popolato da creature mezze donne e mezze palle da discoteca, è stata quantomeno istruttiva.
Ho visto le calze di una tipa che mi hanno bruciato la retina, ho visto le coppie dell'anno nuovo, che c'erano nell'anno vecchio, s'erano lasciate nell'anno prima, rimesse insieme non so quando, ma sempre amate.
E sempre su facebook.
Ho ricevuto kilate di messaggini di natale.
Mi hanno augurato gioia, felicità, soldi, lavoro, amici, famiglia, banane e tante belle cose.
Se avessero un fondo di verità fra mezz'ora dovrei trovare l'uomo della mia vita, avere una casa con figlio e cane inclusi e vincere al superenalotto.
Vi faremo sapere.
Ho visto una discoteca agrigentina in cui andavo da 14enne. E sarebbe stato meglio smettere a quell'età.

Ho scoperto che gli uomini sono esseri misteriosi e "cangianti".
Però... udite udite... qualcuno s'è salvato.
Qualcuno è sopravvisuto all'agrigenDina selezione al contrario e naturalmente è già emigrato.
Io sbaglio candeggio credo.
Però questo pare uht, non è latte fresco.
Non inacidisce in due giorni.
Certo un mistero resta.
Il romanticismo degli uomini ha una durata di 48 ore poi, misteriosamente e senza avvertimento, passano dall'essere dipendenti della perugina a dipendenti di poste e telegrafi.
Prima messagini dolci e stucchevoli, poi comunicazioni di servizio.
Roba che se non vedi il mittente non capisci se è il servizio ansa, quello delle autostrade o se sono loro, i tuoi latticini.
"Piove. Traffico".
"Sole. Saluti".
Il colonnello Giuliacci sarebbe fiero di noi.

Al prossimo inchiodo i piedi a terra.
Così per precauzione.
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