giovedì 5 dicembre 2013

Chiamiamolo lavoro

Recentemente mi hanno chiamata per un lavoro.
Collaboro con un'amica e la sua associazione e hanno chiamato lei che ha fatto il mio nome.
Mi avverte che il tizio non le è piaciuto, le è apparso volutamente vago e incomprensibile.

Mi chiama il tizio, parliamo per 35 minuti e l'unica cosa che capisco è che mi ha offerto un lavoro.
Peccato non aver capito quale.
Quindi riferisco alle mie amiche che tanta vaghezza può essere legata solo alla mafia o alla criminalità organizzata.
Dovrò uccidere qualcuno o svaligiare una banca.

Prendiamo appuntamento per un sabato alle 12, per scoprire chi devo ammazzar capire di che si tratta.
Alle 12 io sono lì e mi chiama il tipo: "ehm lei è già lì?"
"sì, abbiamo spostato l'appuntamento e non me ne ero accorta?"
"Ah io sto arrivando, sono a postoa15minutidaqui".

Devi morire pazzo.

Incontro il tizio, che arriva vestito come se tornasse dal raccogliere lumache.
Io non avevo certo l'abito di Valentino, ma ero vestita in maniera dignitosa e senza macchie sulla maglietta almeno.
Sembra che il colloquio lo stia facendo lui.
Tizio: "abbiamo una piattaforma..."
Io: "Petrolifera? sui mari del nord? Definisca piattaforma"
T: "noi quindi vorremmo un corso di ORIENTAMENTO all'italiano"
"Scusi che vuol dire orientamento? Non sono alfabetizzati? "
"Sì sì ma noi li dobbiamo orientare"
"Tipo che li giro verso la lavagna?"

"Poi dobbiamo fare una linkografia"
"Sì ok"
"ragionata eh"
"ah puntocroce.it non va bene?"
" tanto quanto ci vorrà? 2 orette no?"
"A girare per il web, selezionare i siti utili, identificare il livello, capire se sono validi e farne una descrizione? Certocomeno."
"Per il pagamento, quanto prende?"

Io ve lo giuro.
Ero fortemente tentata dal dirgli: 30 euro un'ora, 100 tuttanotte.

"Guardi la mia tariffa è x all'ora, netti"
"Ah, con la sua collega avevamo parlato di x, ma COMPLETI".
"guardi io conosco solo la differenza tra netti e lordi, completi mi sfugge".

In ogni caso il lavoro è interessante e accetto il lavoro dal tizio che è venuto ad un incontro/colloquio senza neanche una penna.
Che dolce.
Come i miei bimbi che dimenticano il quaderno.
Con solo un paio di decenni di differenza d'età.
La prima giornata effettuiamo un test per BILANCIARE, dice lui, valutare dico io, le competenze.
Non c'è una ceppa da bilanciare, non avendo precedenti riferimenti.
Il tizo è uno di quelli che spara paroloni per sentirsi figo, così in libertà.
Del tipo: "Bisogna comprare il latte, poffarbacco che multimedial center multicentrum".
Così.
Aggratis.

Comunico al tizio che preparerò i materiali e che ovviamente devono occuparsi loro di stamparli per tutti.
"Ah, lei mi faccia una SCANSIONE e io li stampo"
"ominosenzapenna? Una scansione di ogni cosa? sono immagini, hai un'idea di quanto pesano?"
"No, no, mandale pure"

Giorni dopo mando le scansioni.
Driiin driiin.
"Ehm, sono troppo pesanti"
"macosamidicimai"
"e poi non riesco ad aprirle"
Questo perchè sei capra amico, sono .jpg, li apri pure con l'apriscatole.

"Sai cosa? Porto lo scan, la stampante e facciamo a lezione"
"ok"
"mi raccomando puntuale"


Ci vuole coraggio.

Driiiin driiin
"Ah, dimenticavo. Per fare la scansione devi prortare gli originali"

Per fare la scansione devi portare gli originali

Voi lo sapevate?
O è tipo il 4° segreto di Fatima?
O tipo in Sicilia siccome le cose arrivano sempre dopo, non sono ancora arrivati gli scanner intuitivi, che li guardi e scansionano il tuo pensiero stupendo?

Il vostro scanner com'è?





No vi prego, fatemelo sapere, sono curiosa.
E vi prego, ditemi come reagire a cotanta competenza.
E come reagire al fatto che non c'erano fogli per la lavagna e che per utilizzarla, data la scrollata di spalle alla mia richiesta a chi di dovere, attaccavo con lo scotch i fogli A4 sulla lavagna.





Chiedetemi ancora perchè me ne voglio andare.

CHIEDETEMELO.



martedì 3 dicembre 2013

Nani e omicidi

Ieri sono andata dai nani.
Quelli agratise.

I nani gratis sono terapeutici, sono bambini educati, dolci, affettuosi, dicono grazie.
Sarebbe carino se riuscissero a sterminare i coetanei italiani che dicono parolacce, sono emo, non ringraziano, hanno problemi di relazione col mondo e sono acidi.
Miglioreremmo la razza.
Vedrò cosa posso fare.

I nani si informano ripetutamente sugli esiti riproduttivi della sottoscritta.
"Maestra tu ce l'hai un bambino?"
"No tesoro"
"Ma manco uno?"
"ehm... no tesoro, non che mi risulti"
"Ma un papà ce l'hai?"
"ehm quello sì, tesoro ti preoccupi per il mio desiderio di maternità?"
"No è che se avevi un figlio ci potevo scambiare le figurine"
 

Mi pare giusto.
L'anima della praticità.


Comunque ieri ho fatto il cambio di stagione e ho messo da parte per le bambine, qualche magliettina che non mettevo più e di cui mi vergognavo anche (tweety, hello kitty, bestie varie innamorate, cuori visibili da Marte).
Il concetto di "necessario/importante" avevo imparato ad analizzarlo in Africa.
Ma è incredibile come non si finisca mai di imparare.

Una bambina ti guarda come se le avessi regalato un milione di dollari e ti dice "posso davvero prendere queste magliette bellissime?" e ti abbraccia, ti stringe, ti bacia per 10 minuti.

Tu hai avuto la tua dose di amore per UN MESE, perso la dignità e deciso che con il prossimo stipendio comprerai 1milione di magliette con pupetti vari.

E' incredibile come si faccia felice un bambino con poco.
Mentre noi abbiamo bisogno chissacosa e siamo sempre scontenti.

Per riequilibrare la situazione è venuto uno di questi psicolabili appartenenti a cose religiose, tipo sette, ma che loro ti dicono cheamanogesùgiuseppeemmaria e ti vogliono bene.

Io no.

"Vedi? I bambini FINGONO di essere buoni per farsi aiutare per avere dei benefici"
"Hanno 7 anni, dubito programmino un golpe"
"Eh ma poi quando hanno l'alcool per la testa a fare un OMICIDIO non ci stanno niente"
"..."
"possiamo darci del tu?"
"nemmeno per idea."

La suora lo ha elegantemente accompagnato alla porta.

Si può non amare?
Una suora che manda santamente a cagare la gente non può che avere tutta la mia stima.

Con gente di queste sette religiose avevo avuto un precedente.
Parlando delgli immigrati una signora, cintura nera di religione, mi aveva detto "eh questi magari ora vogliono pure studiare".
Le avevo risposto che al medico ignorante bianco preferivo un medico preparato di colore.

E che tra due ignoranti continuavo a preferire quello di colore, che almeno fa bene...

all'ANIMA.

domenica 1 dicembre 2013

Mi manca

Avvertenze per l'utenza: non sprizzo gioia da tutti i pori e lo volevo dire a qualcuno. Poi però mi passa.
Quando sto male desidero sempre cambiare continente, oggi, dato che c'avevo da lavorà, mi sono limitata a riflettere su quello che mi manca dei miei viaggi.

Mi manca ricevere il buongiorno, in qualsiasi lingua. Svegliarmi con qualcuno a casa che dice "buongiorno!Bom dia!Goodmorning!è caduto un pezzo di tetto!" mi manca proprio.
Che poi io la mattina odio la gente che parla eh, però il buongiorno mi fa proprio felice.

Mi manca avere una casa mia, potere mangiare quando voglio, cosa voglio, vagando per casa e facendo briciole OVUNQUE. Le briciole, mi mancano le briciole.
A casa mia abbiamo adesso il folletto che costa quanto 2 settimane in Portogallo e non abbiamo le briciole.
E manco siamo andati in Portogallo.
Io e il folletto ci odiamo cordialmente per questo.

Mi manca una casa mia per vegetare sul divano con un'amica o per prendermi un caffè in santa pace.

Non perchè i miei siano invasivi (tipo le formiche), ma voglio una casa mia.

Non trovo le cose e divento acida, più del solito.

Voglio una casa mia perchè voglio vivere IN MUTANDE.

Mi manca aver sempre qualcosa da fare e da scoprire. Nella mia città, che ormai pare l'emmental, puoi scoprire solo buche nuove.

Mi manca sbagliare e comprare 1 kg di cogli**i metà belli sodi per l'insalata e metà molli per la salsa.
O chiedere se il PENE per pagare l'acqua è proprio lì.

Mi mancano le facce nuove.
Mioddio vi prego compaesani, fatevi 'na plastica, fatemi contenta.

Mi manca sentire caldo (in Mozambico), sentire freddo (in Irlanda), perdermi (in Sudafrica), vedere le cascatine (in Zimbabwe).

Mi manca la gente che trova sempre il tempo per tutto, che non è perennemente stanca, che non si lamenta h24, che se ti vuoi lamentare tu ti ascolta, che sa divertirsi con poco e che ha voglia di vivere.
Mi mancano gli yes men e le yes women.
Qui sono tutti amanti del no o del tifacciosaperedopo.
E poi moiono tutti.
Mi manca la gente che non ti permette di star male, perchè c'è. Sempre.

Mi manca la torta di manioca, mi mancano i miei amici, mi mancano le scimmie che passavano davanti casa mia.
Mi manca la gente felice con niente, con la faccia allegra solo perchè ha comprato due mollettine per capelli.
Qui tutti hanno ciò che desiderano, le hogan, ma hanno tutti la faccia da cazzo.

Mi manca quella gente così bella, così affettuosa, così presente.
Mi mancano gli amici sui quali contare sempre.
Mi manca svegliarmi con il guardiano che fa pulizie del giardino.
Alle TRE del mattino.
Mi manca non sentirmi mai sola.


Estou com saudades. Quella parola bellissima portoghese, così dolce, che non è solo nostalgia, è struggimento, è mancanza.

Ero un'espatriata col bidet, non mi mancava niente.
Adesso posso scegliere tra 24 marche di biscotti, ma mi sento spenta.


mercoledì 27 novembre 2013

Vedo i calzini espatriati


Come sapete io non sono fan di spic&span o di mastrolindo, io pulisco quando subentra il rischio batteriologico, pulisco non h24.
C'è comunque un limite che ogni donna ha e che è ben diverso da quello di un uomo.

Recentemente ho fatto prove tecniche di mini convivenza condivisione di spazio aereo e ho scoperto interessanti dettagli.
Innanzitutto gli uomini non sono autonomamente in grado di distinguere lo sporco.
Probabilmente in occidente sopravvivono perchè trovano l'acqua in bottiglia, se dovessero comprendere in autonomia qual è quella pulita si estinguerebbero in 5-6 secondi.

Devi quindi spiegargli che l'aspirapolvere va passata, i pavimenti vanno lavati, ma, soprattutto, che i fornelli non li lecca il gatto, si puliscono con lo sgrassatore.
Questo strano sconosciuto.
Quando per cui ho detto alla mia dolce metà "tesoro se pulisci la mattina la chiazza di caffè è più facile, altrimenti il pome io devo scartavetrare la cucina", lui mi ha risposto: "Tanto poi si riusa, la faccio la sera".

Capito amiche care?

Tanto poi si riusa.

Ma come mai non c'eravamo mai arrivate?
Come mai una tale epifania non aveva colpito nessuna di noi?
Di fronte a cotanto intelletto le mie opzioni erano:
a- sparargli;
b- rispondergli: allora amore non pulirti il culo, tanto poi lo riusi;
c- salvaguardare la specie e andarmene.

Ho scelto l'opzione C, ma probabilmente qualche fulmine dev'essere partito, dato che l'indomani fiero mi ha detto "visto che la macchia non c'è?"

E poi noi donne, prese da quel misterioso senso materno che si sviluppa verso qualsiasi cosa abbia gli occhi, ci sentiamo IN COLPA.

La seconda informazione che ogni donna dovrebbe avere è arrivata alcuni giorni dopo.
Che manco i segreti di Fatima, che ci sono voluti 1220 anni.
Io in 3 giorni ho visto la LUCE.

Il mio fidanzatodolcissimo ha deciso di darmi una mano e stendere la biancheria.
Peccato che io me ne sia accorta PRIMA di arrivare a casa, raccogliendo mutande e calzini da 10 km da casa in poi.
Praticamente i calzini mi sono venuti incontro.
Che dolci.
Quando sono tornata, con calma, ho fatto notare al mio fd che 3/4 della lavatrice era in giro per valledilacrime e lui mi ha risposto: "C'era vento".

Ora.

Valledilacrime è una città moderatamente ventosa, quindi usare le pinze per stendere è sufficiente, non è necessaria la colata di cemento sulla biancheria per assicurarla al balcone.
Immediatamente ho pensato alle triestine.
Le ho viste mentre la sera si toglievano le mutande e HOP dalla finestra.

Tanto quella sarebbe stata la loro sorte.
Capirai.
Quelle c'hanno la bora, praticamente per i calzini ci sarebbe l'ESPATRIO.

Ps ho ricevuto però la colazione a letto. Il mio fidanzato è stato per cui abilitato allo spargimento indiscriminato di intimo dal balcone.

lunedì 25 novembre 2013

E' davvero facile partire?


"Fare la valigia è troppo facile"

Ultimamente leggo/mi sento dire spesso questa frase, quando parlo della mia idea di lasciare l'Italia.
Il tizio insoddisfatto/mantenuto da mamma e papà di turno mi risponde "eh. E' facile fare le valigie e andare via".
E' facile amico?
E' facile lasciare affetti, famiglia, amici, città in cui sei nato, per andare in un posto che non conosci e nel quale non conosci nessuno?
E dimmi, amicocaro, COSA nello specifico è facile?
E' facile avere rapporti in una lingua non tua? Non sentirti sicuro di ciò che dici? Sentirti frustrato perchè non riesci ad avere le stesse competenze che hai nella tua lingua?
O forse è facile amico andare dal medico e spiegargli che ti fa male il fianco (fianco... ehm... è qui vede?), o che il dolore è "pulsante" o "a intermittenza"?
Ma aspetta forse è facile l'infinita questione burocratica. Quella che mi faceva fare 6 ore di strada sterrata al mese e di lite in dogana per rinnovare il visto.
Una passeggiata di salute.
O forse è troppo facile quando le tue amiche si laureano/sposano/riproducono e tu, semplicemente, non ci sei.
O magari è facile quando un tuo caro sta male o peggio e, in ogni caso, non riusciresti a tornare.
Forse è facile avere una relazione? Spostandosi di qua e di là come una trottola? Bisognerebbe viaggiare insieme, ma non è facile trovare chi se la sente o chi ha voglia di impegnarsi.
La gente è coraggiosa come te che resti amico.

Oppure l'alternativa è "se ognuno restasse e facesse il suo, migliorerebbero le cose"
Ma amico chi ha detto che IO devo salvare il mondo?
Sai di cosa mi sono accorta? Che il "nostro" lo facciamo in 12 in Italia e gli altri pendono dalle labbra di chi può dare lavoro, accettano qualsiasi cosa, vanno a ritirare pacchi, fanno da baby sitter, lavano macchine anche se il loro lavoro è quello dei commessi.
Provaci tu amico a fare il tuo, sù fai il cameriere e chiedi al tuo datore di lavoro un contratto.
Sù.
E sai di cosa mi sono accorta amicocoraggio?
Che io sono onesta, io lavoro bene (al massimo delle mie capacità, poi magari sono una capra ma mi impegno) e non mi si chiama più.
E sai perchè? Una persona onesta e preparata è generalmente un pericolo.
Una persona onesta sa quanto vale il suo lavoro e sa COME si lavora, una persona onesta non ci sta a non fare lezione e firmare lo stesso, una persona onesta quando sente "non fa niente se non c'eri, firma lo stesso", fa almeno una faccia schifata, una persona onesta vuole il contratto, una persona onesta è mal vista.

Sai per chi è facile vedere la semplicità nel partire?
Per chi le cose le ha davvero facili.
Per chi torna a casa e ha il piatto pronto, ai vestiti e alla ricarica ci pensano mamma e papà, ai viaggi pure, pensano a tutto.
E voi vi accontentate.
Ho anch'io una famiglia che mi ha dato, mi dà e mi darebbe tutto.
Ma io non mi accontento, voglio iniziare a restituire qualcosa.

E' ancora troppo facile fare le valigie mon ami?
E allora perchè non le fai anche tu?

Cosa sei, masochista?

martedì 19 novembre 2013

Cronaca di una domenica alternativa

Per me la domenica è sinonimo di divano, assenza di utilizzo dei muscolitutti, grey's e cibo.
Però il destino non è d'accordo.

Dovete sapere che ho un gatto.
Dovete sapere che sono allergica, ma del mio masochismo parleremo nella prossima puntata.
Il mio gatto è un adorabile rompipalle di quasi 14 anni, che potremmo chiamare affettuosamente "postponi".
Sapete quando suona la sveglia, a voi sembra di aver chiuso gli occhi 30 secondi prima, non vi sentite pronti per alzarvi, ma sapete che se spegneste la sveglia sarebbe la fine?
Tipo che vi alzereste alle 16?
E allora non la spegnete, scegliete l'opzione postponi e la sveglia vi dà altri 10 minuti di sonno.
Come il mio gatto.
Lui capta quando avete sonno, si posiziona davanti alla vostra porta ed emette un MIAO che manco i gatti torturati durante l'inquisizione.
Per evitare ciò la domenica lo chiudiamo in camera sua (sì, il mio gatto ha i suoi appartamenti).

Gattopostponi, per ovviare a cotanta sofferenza, chiuso in una camera con 16 ceste tutte sue, cibo e acqua, ha deciso di sentirsi gggiovane e lanciarsi dal balcone al cornicione del salotto, dal cornicione del salotto al balcone della cucina, in modo da poterci svegliare.
Probabilmente cantando "Born to be wild".

Che manco le mamme degli adolescenti sono così solerti nello svegliarli per la scuola.

Fallo oggi, fallo domani, la natura s'è rotta le palle e gli ha ricordato che è un gatto d'appartamento di 14 anni.
Born to be na ceppa.

Domenica ore 11.
"Micio non ha ancora cercato di abbattere la porta, che strano. Ma che ora è?"
"le 11"
"oddio, deve essere MORTO"

E fu così che non trovammo micio e dato che 2+2 fa 4, doveva essere tra il balcone e il cornicione o tra il cornicione e il balcone successivo.

Immaginate di incontrare una, PALESEMENTE appena sveglia, PALESEMENTE senza caffè, PALESEMENTE senza retina dato l'accoppiamento dei vestiti, che fa il classico verso per chiamare i gatti.
E immaginate di fermare lagggente, voi e le vostre occhiaie e chiedere del gatto:
"Mi scusi, ha visto un gatto bianco, grande, peloso, sa l'ho perso"
"No, però ne ho due da regalare"


Lo vedete che la televisione ci ha rovinati?
Lo vedete che la storia dei due fustini dash ci ha fatto del male?

Comunque del gatto nessuna traccia, dopo un paio d'ore di ricerca niente.
Possono partire i deliri.
"E se lo avessero RAPITO?"
"???"
"Metti che ieri della gente, tornando dallo sballodelsabatosera lo ha visto, magari zoppicava, magari soffriva, e lo hanno preso con loro"
"Ma è un gatto adulto, chi se lo prende?"
"O magari lo hanno portato in discoteca. MIODDIO"

Comunque per rasserenarmi il mio ragazzo ha fatto quello che ogni bravo fidanzato farebbe in un momento del genere.
Mi ha preparato le CAROTE con la salsa di soia.

Saranno state le carote, saranno state le promesse di ricompensa, sesso free, sacrifici umani, ma micio è stato ritrovato.
E' un po' amaccato, è caduto dal balcone bianchiccio ed è tornato beige, ma è di nuovo con noi.

La prossima notte, murerò il balcone.
Così.
Per sicurezza.

Ps le carote erano veramente buone.





Qui micio in atteggiamento da pericoloso felino.



martedì 12 novembre 2013

Italiano via skype: luci, ombre e ciabatte

Do lezioni su skype.
E' una novità, della serie inventiamociillavoro.italiadimmerda.cià

Stato?
Sappi che io fatturo.
Sarò probabilmente l'unico essere umano sulla faccia della terra e risulterà che guadagno più di un gioielliere, più di un cardiologo e più di un dentista.
Perchè do lezioni a Obama.
Mica perchè il mondo evade e tu c'hai la fissa di estetiste, parucchiere e insegnanti, che chiedono 7 euro per le rispettive prestazioni e se ti pagassero le tasse ne dovrebbero chiedere 75.

"Bene signora, se vuole la fattura per le ripetizioni del suo bimbo di scuola media, sono 60 euro l'ora. Lo mandi a studiare a Niù iorke che risparmia".

Io fatturo stato e lo sai perchè?
Perchè i miei studenti possono scaricarsele le lezioni.
Luoghi dove ti rimborsano la cultura.
Che sogno.

Noi invece facciamo una legge in cui vietiamo alle librerie on line di praticare sconti superiori al 25%.
Non sia mai qualcuno impara il congiuntivo.
Giammai.

Tornando al discorso originario ho avuto interessanti scambi di opinioni riguardo alle motivazioni di dare lezioni su skype.
C'è chi lo trova utile perchè non esci di casa, scegli gli orari, non sprechi benzina, non hai spese insomma.
Tutto sacrosanto.
Ma una cosa mi ha convinta.
Volete mettere la bellezza di fare lezione in CIABATTE?
Ah che meraviglia, praticamente mi vesto dal collo alla vita, sono carina e professionale e sotto indosso pantaloni fuxsia e ciabatte pelose.
Un sogno che diventa realtà.

Durante la mia prima lezione però mi è capitato di dovermi alzare.
Panico.
Dovevo cambiare microfono e chiudergli il pc in faccia mi sembrava poco carino, strisciare poco professionale.
Per cui mi sono allontanata dal pc, abbassandomi progressivamente.
Tipo effetto prospettiva, mancava che mi sfumassero e aggiungessero il "the end".

Ma non rinuncio.
Non dico NO alla ciabatta!
Avrò tutto a portata di mano tipo carello delle emergenze di E.R.

Per adesso mi accontento della mia cuffietta con microfono che fa tanto:
a- telefonista eroica (no, una con le ciabatte pelose non può stare nella stessa frase con erotica);
b- call center, il futuro dell'Italia.

In ogni caso precorro i tempi.

Ps. se conoscete qualcuno che vuole imparare il congiuntivo, quello, LO FACCIO GRATIS.
E se la frase dà adito a pornopensieri, ricordategli la ciabatta.

In ciabatt we trust.


sabato 19 ottobre 2013

Gli stranieri ci rubano il lavoro, i comunisti mangiano i bambini e i vicentini mangiano i gatti



Io lo so che non dovrei.
Lo so che parlare con gli idioti non può dare soddisfazione.
E' tipo quando sbatti il migliolino nello spigolo, maledici il comodino e tutta la sua stirpe, ma mica ti fa meno male.
Però non puoi farne a meno, devi imprecare, devi maledirlo.

Ho avuto un interessante scambio di opinioni con un idiota dement bestiarara coglion tipo.
Uno di quelli "stranieri a casa vostra", "in italia solo gli italiani", "con tutti i soldi che gli danno" e così via.
Uno di quelli che poi ti fanno pure PENA perchè l'ignoranza se li mangia vivi, perchè sono limitati, perchè non conoscono che l'orticello di casa loro.
Poveri porci è la frase che ti viene in mente quando li leggi.
Poi ti senti in colpa e chiedi scusa.
Ai porci.
Per proteggere la sua privacy il tipo con cui ho parlato sarà abbreviato in PP.
Da povero porco

PP: Se vai in un paese straniero,vieni trattato da straniero e ti devi - giustamente - adattare alle usanze locali. Questi animali invece vengono qui consapevoli della bambagia che loro viene accordata da certi politici.

IO: Che benefici PP? Essere rinchiusi in un centro che può contenere 300 persone e ne contiene invece 700? 
E poi, PP, meglio essere animale che bestia.

PP:  beh e tutti i vari sussidi e contributi economici pro "migranti"?Quando ci stanno italiani alla fame sfrattati che vivono in macchina? Ma fatemi un piacere 

Io: Tipo? Linkami qualcosa, fammi degli esempi

PP:  fai almeno la fatica di documentarti cazzo... la Rete ne è piena. Adios 

Io: eheh Matteo, ci lavoro con gli immigrati. Proprio per questo ero curiosa di sapere di quale enorme documentazione tu disponessi.
Adios.
Devo aggiungere anch'io qualche parolaccia o va bene così?


PP: ogni tanto" i quotidiani online ne parlano sai eh?! ...poi se tu continui a sostenere gli islamici che sgozzano la gente, beh de gustibus 

Io: Gli islamici sgozzano la gente.
 I comunisti mangiano i bambini e i vicentini mangiano i gatti.
 Mi pare che il livelo della discussione sia questo.

PP: Fai finta di non capire? Ti auguro di non farti stuprare da qualche islamico.

Io: Stuprare? non erano quelli che sgozzavano?

I quotidiani on line. Che dolce.
Non sa nemmeno che esistono delle fonti attendibili. Report, siti specialistici. Mi ha incollato un link di un sito che si chiamava tipo piovegovernoladro.


 Come se io gli linkassi ancheipuffihannoilorodiritti.it.
La domanda sorge spontanea: ma ne esistono ancora?
Ma quanti idioti può contenere un solo mondo?


Queste cose le ho lette tralaltro su un sito per andare a lavorare all'estero.
Fatemi capire.
Noi italiani, che abbiamo scelto governanti dimmmerda, che non ci siamo mai ribellati, che ci siamo schierati dove soffiava il vento, che ci siamo anche adagiati su questa crisi (gente che lavoro non ne cerca e non ne vuole, dice che non ne trova), abbiamo tutto il diritto di andare OVUNQUE a cercare fortuna, di andare in Africa a sfruttare beni non nostri, di sfruttare la forza lavoro, di importare beni a prezzi stracciati, però loro no.

A casa loro.
Loro che si ribellano, che lottano, che sopravvivono, che scappano dalla guerra.

Un altro tizio della stessa pasta si lamentava del fatto che agli immigrati di lampedusa avessero distribuito delle tute. Ha detto che oh, ne aveva bisogno pure lui.

Quando una volta mi trovavo a Beira e stavo svenendo sotto il sole impietoso durante una riunione, una contadina che non aveva NIENTE, ma niente non inteso come "non c'ho l'aifonne, non c'ho le hogan, voglio morire", niente di niente, mi ha dato il suo cappello per ripararmi.
A me.
La straniera.

Facciamo una cosa.

Tizio della tuta? Te la compro io. Ti butto a mare di notte e se sopravvivi ti do la tuta.
 

Tizio degli animali?
Stai a casa tua.
Muratici.


Fai questo favore al mondo.



mercoledì 16 ottobre 2013

Perchè io viaggio

Dovete sapere che un mio amico mi chiama ironicamente Signorina Gps e un altro mi dice che ho il senso dell'orientamento di un piccione viaggiatore.
Morto.
A casa mia il senso dell'orientamento è stato distribuito in parti uguali tra mio padre e i muri.
Io ne ho un po', poco, quello per la stretta sopravvivenza.
Mia madre e mio fratello appartengono a quella categoria umana che girata 3 volte su se stessa non trova la porta.
Della propria stanza.
Dopo questa doverosa premessa, dovete sapere che sono andata a trovare un'amica, che abita in un paesino a 29 km da qui.
Meoddeo.
VENTINOVE km per me sono tipo 19 km oltre le colonne d'ercole.
La terra finisce, si cade giù e tanti saluti.

Però oltre ad essere miss gps sono una che deve assolutamente saper fare ogni cosa, mica benissimo eh, almeno il 6 politico.

E poi ho detto: "ma sticazzi, siamo nell'era tecnologica, uso il tomtom e non lo confesserò mai a nessuno. Fino alla morte".
Quindi salgo in macchina, non mi sono portata l'acqua per decenza e rispetto verso l'umanità pendolare per cui 29 km da casa al lavoro sono identificati come "dietro l'angolo", e prendo il tomtom.
Bene tomtom portami a casadiamica.
Tempo di percorrenza UN'ORA E QUARANTUNO MINUTI.
o.O
Tomtom va bene che sono spratica, ma mi pare eccessivo.
141 km.
Devono avere sposato casadiamica o il mio tomtom è pazzo.

Uso per cui il cellulare.
Ma anche il vostro navigatore è ignorante?
Il mio ha portato avanti una personale lotta contro gli accenti.
"Gira in via Erodòto, dritta per via Màrconi, Via Cicèrone"...
Ma di chi è la voce? Di NatashadaRRussiah?

Comunque ovviamente mi sono persa, perchè il mio navigatoredemerda perdeva il gps in due momenti:
a- in prossimità degli incroci;
b- là sui monti con Annette, che se ti perdi o impari a belare per chiedere informazioni o ti spari e aspetti che facciano una battuta per cercarti.

Ad un certo punto sono arrivata in un paesino che secondo i miei sensi da ragno era casadiamica, ma non mi pareva giusto fermare una persona a caso e chiedergli "Buongiorno, siamo a casadiamica?", per cui ho chiesto "sa dove sono le POSTE?".
Che almeno mandavo una lettera alla mia famiglia e tramite il timbro postale potevano risalire al luogo in cui m'ero persa.

Comunque ho trovato casadiamica, abbiamo bevuto il the, parlato di lavoro e poi me ne sono andata.
Col buio.
Di NOTTE (19.30).
Prima di uscire ho fatto la pipì.
Così, per una sicurezza interiore.

Ho ripreso il navigatore, fatto un bel respiro e iniziato il VIAGGIO.
Non si vedeva una ceppa La visibilità era notevolmente ridotta, la strada fa schifo, mi aspettavo che da un momento all'altro uscisse dai cespugli un bigfoot o un animale mitologico random.
Se avete sentito riecheggiare delle bestemmie erano quelle dell'omino dietro di me quando:
A- rallentavo all'improvviso perchè perdevo il gps;
B- sbandavo perchè guardavo il cell;
C- mettevo la freccia a destra e andavo a sinistra;
D- mettevo la freccia a sinistra e andavo a destra;
E- tutte e 4 le cose insieme.

Tutte le volte però mi premuravo di aprire il finestrino e urlare nella notte: MI DISPIACEEEEEEEEEEEEE; MI SCUSIIIIIIIIIIIII; NON VOLEVOOOOOOOOOOOOOOO; MI SONO PERSAAAAAAAAAAAAAAA; mi perdoni perchè non so quello che faccio.
Sul serio.

In macchina ho messo la musica truzza, perchè mi dava potenza.
Quindi immaginatevi quant'ero figa mentre con la musica a tutto volume chiedevo scusa alla gente, cantando "Can't get you out of my head".
Andando a 20 km orari in versione vecchia appiccicata al vetro per leggere i cartelli.

Appena ho visto la periferia di valledilacrime ho tipo pianto.
Ho addirittura messo la terza.
E sono entrata in città, trionfante, maledetta da metà degli automobilisti della provincia, cantando:



Io però ho evitato di leccare le palme e stuprare i bambù.



lunedì 7 ottobre 2013

Colloqui di lavoro e porcherie varie

Ciao, sono Giovanna e faccio le riunioni del 3° tipo.
Ciaaaaaaao Giovanna.

Giorni fa (ma tanti eh, è un post riciclato) ho avuto un pomeriggio veramenDe interessante e stimolante.
Ho avuto una riunione, prescindendo dalla stessa vi racconterò dei soggetti che ne facevano parte.
M'arriva una tipa, neolaureata in giurisprudenza, praticante, vestita come nonna papera.
Ok, va bene, io vestirò come una 15enne, quindi come nonna Papera dal mio punto di vista.
Dal vostro, come la zia vecchia che, causa cataratta, non vede i vestiti.
La tipa si atteggia a donna di grande cultura ed esperienza, arriva con la the bridge d'ordinanza e tira fuori un notes 1° classe.
Ammazzatemi vi prego.
Ci dev'essere stato un paradiso dei laureati in legge che, mangiato un codice civile, sono stati espulsi e informati che "avreeeete una the bridge come prolungamento del vostro braccio e scriverete su un'agenda con i continenti stampati sopraaaaah. Posti che non vedrete maaiii in vita perchè avete investito tutti i vostri averi per la pennaaaaa figaaah".
E via tutti sulla terra, senza na lira, ma con la borsa figUa.
Ma perchè è una punizione per tutti i laureati in legge eh?
Trovatemi un laureato in legge che non ha ricevuto la borsa da avvocato.
Nessuno si è salvato.

La guardo e, sentendomi Ally Mc beal, dalla mia borsa africana, tiro fuori il mio quadernino ROSA con una pupetta stampata e un fiorellino.
Professional.
La tipa, che ha un nome che finisce per Y e me lo sottolinea, con la voce di una che dalla nascita si è cibata di soli baci perugina mi dice: "quaaaalsiasiii cosaaa tu abbiaaa bisognooooooo chiamaaaa".
Io, che sono socievole come una roccia di montagna, rispondo: "scusa, per cosa?"
"No sai, io ho già collaborato con loro, ho fatto il corso di INFORMATICA"
Ora.
La guardo, sbatto gli occhi e le rispondo: "mej cojon, sticaz, ah però che bello".
Le chiedo quanta gente frequentasse i corsi e mi risponde: "io collaboro con loro dal 2009" blink blink.
Che c'hai un tic?
Quindi quando mi chiede il numero di telefono, mi sento autorizzata a risponderle: "Stasera? mi vado a ubriacare in spiaggia".
Così per contestualizzare come lei, nsiamai si shocca.
Poi la donnainformatica mi chiede la mail: "nome UNDERSCORE blabla"
"Come?"
"E' il trattino basso"
"Ah si è che non avevo sentito".
"certocomeno @yahoo.it"
"come si scrive yahoo?".
Scusa vado a vomitare e torno.

Io sembravo un lemure ad una riunione di gnu. Ero sconvolta.
Fresca fresca di colloquio, di rispetto, di bella gente, di serietà, guardavo gente adulta pendere dalle labbra di chi può dare lavoro.
Che tristezza.
Che brutto perdersi così, dimenticare chi si è e permettere ad altri di farti sentire così, di farti sentire in una posizione di inferiorità perchè tu chiedi e loro danno.
Non è così, il lavoro è uno scambio di competenze.
Competenze.
Com-pe-ten-ze.
E' sotto la C.
Sono quelle cose che prevedono, per esempio, che una che insegni informatica sappia cos'è un underscore.
Ma dall'Italia sono state bandite.
Insieme alle maggiorenni.

Richiamatemi quando la trovate che io mi sono leggermente urtata.



martedì 24 settembre 2013

C'ho i fans


Ci credereste? Ho dei fans!
Cioè fans in carne e ossa che non sono, pazzi, stalker, psicopatici o miei consanguinei!
Ho anche stalker e psicopatici, ma ne parleremo nella prossima puntata.

A Roma (è un post vecchio, compatitemi) ho incontrato: una ragazza, mai vista prima, che legge il mio blog, le piace pure (vedete un po'), un'amica che non vedevo da tanto con la coinquilina che mi conosceva meglio di mia madre e una loro amica che vorrebbe aggiungermi su face per vedere gli aggiornamenti del blog.
 
Mon dieu.

La mia amica mi dice: "ti dispiacerebbe aggiungerla? Sai vorrebbe vedere gli aggiornamenti del blog, se non ti scoccia".
Ho pianto.
Mi sentivo tipo Madonna quando è arrivata a Roma, ma con le ginocchia più fighe.
Madonna, lo so che ora vieni, gniè restati a casa che non c'è posto per tutte e due.
AH.
AH.
AH.

Scusate il momento pazzia, ma davvero è una cosa carina.
La cosa che mi ha fatto piacere da quando ho aperto il blog è stata avere gente diversa dai miei genitori che mi legge.
Mi legge persino gente che mi sta profondamente sul pene e ricambia il mio sentimento.
So' belle cose.
Prima di aprire il blog, a parte le paturnie da "che scrivo", avevo le paturnie da "e se sembro una di quelle 14enni che scrivono vitamorteemiracoli sul blog?" e le paturnie da "non mi leggerà manco mia madre".
E invece.
Ho i fans.
Uahahahahah.

La smetto.

A parte i fans, come vi accennavo, ho una persona che potremmo definire, come dire, stalker?
Tipo che niente immaginate che qualcuno che praticamente non conoscete, vi legga unicamente per morbosità e sapere dovesietecosafateonchisieteecosamangiate.
Ma vabbè ma è bello anche questo, mi sento fAiga, ho una stalker e voi no.

Gnegne.

Madonna?
Tu ce l'hai una stalker?
AH
AH
AH

Inviadiami Veronica.

Prometto solennemente di farmi ricoverare.

*ps non c'erano immagini di fans che mi soddisfacessero abbastanza per cui ho messo un ventilatore.
Ringraziate che non vi ho messo gli anti infiammatori non steroidei (FANS è il loro acronimo, quante cose si imparano).










martedì 17 settembre 2013

Inferno A/R


Giuro solennemente che non mi lamenterò mai più.
Facciamo prometto che in quanto donna se non mi lamento almeno un po' mi tolgono il patentino.

Finalmente sono tornata a casa.
In tutta la mia esistenza non ho mai visto un posto più cesso.
E se qualcuno di voi è cittadino di tale luogo e non si è ancora suicidato, mi dica come ha fatto.
Mon dieu.
Ma che è?
Guantanamo.

Non ci sono autobus, non ci sono treni, non ci sono tram, non ci sono risciò, non ci sono esseri umani.
E il mare?
Parliamo del mare.
Perchè, ditemi perchè, mimidovetedireperchè venite al mare qui.
Io lo capisco se siete valdostani, vi scoccia arrivare in Sicilia che non sapete manco se è sufficiente la carta d'identità, non avete mai visto acqua salata e vi pare fiCo.
Maddiomiono.

Sono stata al mare anch'io.
Sorvoleremo sul fatto che devi prendere un autobus che non sai quando passa, non sai quando arriva e non sai che percorso fa.
La sabbia è nericcia che pare zozza e ti s'appiccica che manco se ti fossi cosparsa d'uovo tipo cotoletta.
E laggente.
Parliamo della gente.
Maddiomiòh pare Ibiza dei pover dei morti di fame.
Intanto ho visto più culi gnudi in sto mese che in una vita.
Poi ho scoperto che il mio era l'unico culo coperto della spiaggia.
E io giuro sono per la libertèegalitèefraternitè, però se hai l'età di mia nonna, per quanto tu ti possa essere conservata bene, NO, il perizoma non te lo puoi mettere.
Già il verbo "conservare" ti dovrebbe insospettire.
Vengono spesso rinvenute mummie ben conservate, ciò non significa che vengano esposte in topless a Rimini.

Poi mi sentivo sul set di romanzo criminale.
AO', che stai a dì? che stai a fà? deve tirà il secco...
Un numero imprecisato di infiniti sono stati maltrattati.
Romani vi voglio bene, sappiatelo, però ditemi, gli infiniti li pagate a cottimo?
Parliamone.

E i tatuaggi. A me piacciono eh, ho la lingua bucata non posso certo parlare, ma la madonna no.
E nemmeno la croce talmente grande che ci sta gesù completo di bue e asinello.

E capanna.

Ho conosciuto un numero di cafoni (sì cafoni, fatemi fare l'antica) che mai in una vita, che in confronto quello che m'ha detto "a morti tò è a pecorina" era un fine parlatore e ce lo potevamo portare a corte, ho visto un numero di stivali con 40° che mi sono chiesta se in maremma ci fosse la piaga dell'alluce valgo.
Ve lo voglio dire, non fanno sexy.
Al massimo fanno puzza.
Solo se avete dei piedi con 12 dita e rigogliosi ciuffi di pelo, siete giustificate a portare gli stivali con 40°.
Ma poi come li levate? Col flex?
Ditemelo che quando faccio 86 anni, mi metto perizoma e stivali e vengo a morire sulle vostre spiagge.


E poi ci sono i bar a tempo.
Lo sapete che sono?
E' stata una scoperta anche per me.
Sono andata in un bar alle 19.00 e ho ordinato un estathe.
E fin qui, ditemi voi se ci trovate stranezze.
La cameriera è venuta e mi ha informata che dato che avevo ordinato solo un the potevo stare poco, ma se ordinavo altro potevo restare eh.
...
Ma per una mia personale formazione, voi che ordinate al bar?
3 estathe e 4 limonate?
No ditemelo che io mi voglio migliorare.

Comunque il mio ritorno vi dimostra che onewaytickettohell sticazzi.
Non ho nemmeno iniziato a firmare i miei post from hell come l'amico Jack.

Io sono tornata.

A valle di lacrime, che però adesso mi sembra tutto drogasessoeroccheroll.



martedì 10 settembre 2013

La città dei pazzi

Un sondaggio di cui non potevamo fare a meno, ha appurato che nella mia città c'è un altissimo numero di pazzi.

MA VA è l'eloquente risposta che il mio cervello ha partorito dopo la lettura di questo geniale articolo.
Poco dopo ho avuto la conferma che il giornalista non mentiva.
Ma andiamo con ordine.

C'era una volta un tizio che voleva fare l'imprenditore.
Ma ELLO era l'opposto di Mida, trasformava in procedura fallimentare tutto quello che toccava.
Nella mia città, che soprannomineremo affettuosamente "valle di lacrime" ci ha provato due volte, con due attività diverse, ma potenzialmente stupende e redditizie.
Ma non ce l'ha fatta.
E non perchè l'attività fosse sbagliata, fosse caro, fosse in culonia, fossenonsoche, solo per un motivo:
era, come dicono a Oxford, un cacacazzi.

Tale uomo come seconda attività aprì una caffetteria letteraria.
Non m'è parso vero. La cultura approdava nella mia città, la stessa che ha condannato a morte il congiuntivo, la stessa che organizza serate con gente che balla sotto il tuo ombrellone.
Sono per cui diventata sua assidua cliente/onnipresente/avevo le stesse presenze delle piastrelle del bagno, portavo un libro e bevevo il the.
Era un periodo tristO, di disoccupazione e di forzata residenza qui.
Praticamente quel bar era la mia vita sociale.

L'unico problema fondamentale era che non si capiva quando apriva nè quando chiudeva, non si capivano i prezzi, non si capiva, riassumendo, una ceppa.

A Capodanno volevamo brindare da lui, ma era CHIUSO.
A valle di lacrime nessun locale rimane chiuso a Capodanno, nemmeno se il gestore è tipo MORTO.
E' come il palio di Siena dove il cavallo può vincere anche da solo, qui i locali aprono anche senza proprietari.
Quando ha aperto, sono passata a salutare e mi ha risposto aciTo che la gente forse non aveva capito che era un locale e che non si passava a salutare e basta, si consumava.

"Ammazzati" è stata una delle prime parole del 2012.

Intrepida ho continuato a frequentare il locale, perchè sono tossicomane e ho bisogno di libri.
Per quanto mi riguardava poteva gestirlo Peppa Pig, la cosa non mi tangeva.

In ogni locale dell'universo in cui io abbia ordinato un the, portano i biscottini, che siano anche 3 e del discount, ma li portano.
E li aveva sempre portati anche lui.
Fino a quando decise che era il caso di farli pagare.
Di far pagare UN EURO a MACINA.

"Ammazzati" è stata una costante del 2012.

Ho smesso di andare al locale, far pagare a una cliente, e una è da intendere non come articolo indeterminativo ma come numerale, una macina è vergognoso, tanto vergognoso che non è nemmeno venuto alla cassa quando ho pagato.

Poi niente, pensavo fosse morto, finchè un giorno, dopo un anno, mi arriva un mess su fb, messaggio che fb posiziona in "altri", solo perchè non è ancora stata crata la categoria "minchioni":

  • Lui: Toc! Toc...


  • Io: ciao
    dimmi tutto


  • Solo un saluto. Per farmi dire tutto da te! -_o


  • ehm... tutto cosa?


  • Naturalmente, per amicizia, notizie in genere. Ma poiché ho terminato un mio romanzo - questa mattina sono alla stesura definitiva del IV capitolo e un gruppo di amici sta leggendolo parallelamente alla Curcio - mi chiedevo se nelle tue amicizie, nei tuoi viaggi, hai fatto conoscenza di agenti letterari, uffici stampa, editor... -_o Inoltre, com stai?


    Inoltre ammazzati.

    Affogandoti con una macina.

giovedì 22 agosto 2013

Pulcini e baccalà



Rieccomi.


Vi scrivo dal 1930 e non ho internet, come accennato.

Qui va benissimo, essendo nel 1930 non ci sono i condizionatori, ma se sopravvivono le mie studentesse norvegesi non ho il cuore di lamentarmi.


I miei studenti sono tutti venuti dal freddo come vi dicevo e mi raccontano allegramente di quando nelle loro ridenti cittadine si arriva a -30.
Gli ho spiegato che noi geneticamente non sopravviviamo sotto i 6°, tipo le melanzane, che se le porti fuori dall’italia muoiono.
Gli ho spiegato che mio fratello con 12° dorme con la termocoperta, lo scaldapiedi, le lenzuola, il plaid e il piumone, non lo possiamo esporre a temperature più basse, come le melanzane.

Ma fatto alla parmigiana non rende bene.

Comunque i miei studenti sono molto carini e per conoscerci meglio siamo andati, la prima sera, a cenare tutti insieme.
E voi cosa pensate che abbiano ordinato le norvegesi? Quali sono gli unici due pesci che sopravvivono nei loro mari? Due ce ne sono: il baccalà e il salmone.
La prima sera hanno ordinato baccalà, la seconda salmone.
E poi mi hanno detto che lo trovavano poco saporito.



MA VA.


A lezione poi la norvegese mi ha rivelato di essere una norvegese golosa.
Praticando l’uso del verbo piacere ho chiesto a tutti un esempio a caso e lei ha risposto:
“Mi piace guardare gli uccelli”.
Ho chiesto un altro esempio a caso e ho pensato che di uccelli volanti in norvegia non ce ne devono essere tanti.
Con quel freddo.

Chissà che uccelli guarda.

La dolce canadese invece, che pare una top model, bella, bionda, boccolosa e dolce dolce, mi ha guardato tenera e mi ha informata che era in difficoltà, c’era troppo cibo e non sapeva cosa ordinare.
Quindi, indecisa tra un tripudio di pesce e frutti di mare, ha scelto un’insalata.

Come dire “c’è troppo cibo, ecco perché farò la capra”.

L’altro dolce studente è Danette che è tanto discreto ed educato, ma mi lascia dubbi insoluti sull’uso del pentolame.
Per esempio Danette perché ti ho visto mangiare petto di pollo e da lavare c’era una pentola per la pasta?
E perchèDanetteperchè mangi i tortelli col pesto?

Maddiomio Danette.

La tizia austriaca ha dei problemi con gli animali della fattoria invece.
Come quando mi ha detto che era possibile che le punture di insetto fossero quelle di un PULCINO.

Ora.

Non so che pulcini abbiano in Austria ma qui non mi sembrano così aggrssivi.
Quindi mi ha spiegato che i pulcino è quel piccolo animale che si trova sugli animali e può passare sulle persone, sui vestiti, sugli zaini.
Le ho detto che se avesse avuto un pulcino sullo zaino l’avremmo notato e abbiamo salutato l’ingresso nel nostro vocabolario del termine pulce.

Non si finisce mai di scoprire cose nuove.

Come che pugliese è sinonimo di benzina.

lunedì 15 luglio 2013

La Toscana di pacco, capitolo secondo

Ve l'ho detto che sono partita?
Sono tornata nella toscana di pacco.
Quella dell'anno scorso, quella del fotografo e della tipa delle poste per intenderci.

Ho finito la settimana scorsa con i nani e con le signore straniere che mi hanno fatto commuovere tantissimo.
Nani?
Mi mancate già, mi mancate da un po', mi mancherete quando riacquisterò l'udito.

Comunque, siccome noi lavoratori a collaborazione esterna non ci fermiamo mai, ho finito 5 giorni fa, lavorato per la gloria fino a venerdì, e ripreso lunedì.

Che poi sta cosa della collaborazione esterna fa propio figo se ci pensate.
Tu cosa fai?
Io sono una collaboratrice professionale esterna.
Fa figo.
Uno non ci pensa che fa anche povertà estrema.

Ma invece no, noi non siamo poveri, quando ho tentato di non pagare il ticket perchè vivo con mia nonna ed eravamo una disoccupata e una pensionata, l'omino mi ha detto "eeeeh signorina, voi siete troppo ricche".
Eh sì, l'anno prossimo troverete me e mia nonna sul financial times.

Sono molto contenta di ripartire, perchè mi piace muovermi, perchè conoscerò gente nuova, perchè mangerò cecina come se non ci fosse un domani per molte altre profonde motivazioni.

Il primo giorno, per iniziare con le forti motivazioni, ho mangiato sushi come se non ci fosse un domani o, nel dettaglio, come se non dovessi prendere un treno che mi shakerasse per bene.

Comunque sono arrivata ad Orbetello, piovve tanto perchè quando una ha culo ha culo, e sono arrivata a casa.


Sulla soglia 2 infradito.

Pensavo fosse un rito di accoglienza danese (il mio coinquilino è danese) e invece no.
Il padrone di casa mi dice "cammina scalzo, che buona abitudine".
"A casa mia forse, dove mia mamma lava le piastrele a 90°, ma non nella tua che prendi l'ebola" avrei voluto rispondere, invece mi sono limitata a un "eh" schifato.

 



L'omino, dato che l'anno scorso mi ero lamentata della pulizia della casa, quando ero rimasta attaccata a un piatto, mi ha informata che la casa era P U L I T I S S  I M A.



Si vede che il mio concetto di pulitissima è diverso dal suo. Il mio non prevede le ragnatele.





Il coinquilino danese, che chiameremo Danette per inserirlo nel programma di protezione testimoni che raccoglie tutti i miei studenti, ha 52 anni e ne dimostra 39.
Se non mi sentite più mi sono trasferita in Danimarca.

Comunque in casa, ragni a parte, non c'era nessuno, ho trovato:
 - il coltellino sFizzero sul comodino di Danette, che mi ha messo discreta ansia;
 - un coso per fare i pancakes che mi ha fatto tanta felicità. In ogni caso non è italiano e pensare che si siano portati dietro il mix per pancakes mi fa pensare che siano esseri molto adattabili.

A parte Danette, le nazionalità rappresentate sono: Norvegia, Canada e SFizzera.
Non ho internet per cui vi racconterò non so quando dei miei studenti venuti dal freddo e degli insetti che tentarono di sbranarmi.
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