venerdì 14 novembre 2014

Immagina, NON puoi.


Vi ricordate che ero tornata a Orbecesso?

Bene, dopo un sano periodo di follia, di schifo sommo e puro e di sopportazione che mi regalerà il paradiso (regalerà letteralmente, al mio arrivo in paradiso chi di dovere mi dirà "tieni zia"), ho finito di lavorare.
Ma io non finisco di lavorare come voi, gente normale, che magari non vivete in questo posto demmerda che è l'Italia, io finisco di lavorare dal giovedì al venerdì.
Fu così che un giovedì venni informata che "sai, ho le lacrime agli occhi, ma non ci sono più studenti".
I miei pensieri nell'ordine:

Sono morti.

Li hanno rapiti gli alieni.

Fottiti.

Beh, mi dico pazienza, e lei mi dice "immagino che entro sabato tu possa andartene" (mi forniscono la casa).





In ogni caso, mi incavolo così tanto, che faccio le valigie e scappo nottetempo.
Le valigie però le lascio a Orbecesso, dove la mia padrona di casa, deve fare lo sforzo estremo di aprire al corriere prepagato e consegnargli la valigia. Solo questo perchè il favore di stamparmi la lettera di vettura UNAPAGINAUNA non ha potuto farlo.
"Sai, io queste cose non le capisco".
Sai, io non capisco come un essere umano che non sappia usare una stampante sia ancora vivo.
Ciao selezione naturale, sono Giovanna, dobbiamo parlare.

Arriva la valigia e in una tasca, in una busta chiusa, protetta da plastichina, trovo una lettera della signora.
La signora mi ricorda che abbiamo dimenticato i soldi per la permanenza del mio ragazzo.

Spiegazione necessaria:
Ad Orbeschifo mi forniscono la casa, una stanza in casa per essere precisi, con studenti vari con cui, secondo la direttrice, non dovrei socializzare.
No, se mi dicono "shcusha, posso prendere agua", gli rispondo "crepah".
Fare pipì nello stesso cesso per me è condivisione amica direttrice.
In ogni caso la padrona di casa mi aveva informata, dotandosi di barba e tunica, che nessunooh poteva venire a casaaah.






Come se fossi in un convento, o dovesse preservare la mia purezza.
Provo a spiegarle che ho 30 anni (una volta) e che naturalmente avremmo pagato i consumi in più. Chessò, il calpestio delle piastrelle, l'usufrutto delle scale, il consumo della maniglia, lo scioglimento dei ghiacciai del frigo, i click in più degli interruttori.
Mi chiede DIECI euro al giorno.
Le dico un ok sorridente, che in qualche luogo del mondo significa "'sta tirchia".
Quindi ora, 'pora stela, vuole sti 30 euro.

Te li mando amica.

A 4,50 a scatola di Imodium, posso augurarti squaraus a vita senza sentirmi in colpa.






lunedì 1 settembre 2014

Mission impossible: la disdetta del telefono



Nella vita non bisogna mai dare nulla per scontato.
Ci sono cose che SEMBRANO facili, ma non lo sono.
Il karma, l'amico karma, ti fa il gesto dell'ombrello nelle situazioni più impensabili.

E fu così che decisi di disdire una linea telefonica, a casa di mia nonna che si è ormai trasferita.
Unica difficoltà, la linea è intestata a mio nonno che non è più tra noi.
Ma che sarà mai.

Prima telefonata:
"Buongiorno, vorrei disdire blabla, ma la linea è intestata a mio nonno deceduto. Cosa devo fare?"
"Ah non c'è problema servono i documenti di un erede, il certificato di morte e il modulo in cui la linea viene disdetta da un erede in qualità di "figlio/a/moglie/marito/cane/gatto/pappagallo"
"Ok"

Però. Sembra facile.

Faccio tutto e spedisco.

Venti giorni dopo, la morte nera. Nessuna comunicazione.

Seconda telefonata:
"Pronto buongiorno, 20 giorni fa ho inviato una raccomandata per la disdetta della linea telefonica di mia nonna, può controllare lo stato di avanzamento?"
"Non c'è nessuna richiesta sui nostri computer"
"Guardi io ho mandato tutto e ho la ricevuta di ritorno in mano"
"Eh ma non c'è"
"Eh ma l'avete ricevuta, per quanto mi riguarda la potete cercare sotto ogni tavolino dell'ufficio"
"Ah sì eccola, noto qui che la documentazione è incompleta"
" Incompleta? Io ho seguito le informazioni di una sua collega, cosa manca?"
"Il documento del DEFUNTO"
"... scusi?"
"Sì, serve il documento del defunto a cui è intestata la linea"
"Mi scusi ma è impossibile avere il documento del defunto, in quanto defunto non ha documenti... non è più utile il documento di chi è ancora in vita? E' pure meno macabro."
"E lo so, ma qui dice che è incompleta, voi non potete procurarvene uno?"
"Dubito all'anagrafe rilascino documenti ai morti, magari domani vado e chiedo quello di mio nonno e quello di Garibaldi, così, per sfizio"
"Eh, in effetti ha ragione, vedo cosa posso fare e la faccio richiamare"
"Grazie, ben gentile"

Dopo 6 giorni, la morte nera continua ad aleggiare su di noi ed essere ormai appassionata alla saga dell'assurdo.


Terza Telefonata:
"Salve buongiorno, non so quanto tempo fa ormai, ho chiesto la disdetta di una linea telefonica intestata a un morto, la cosa deve avere turbato la sua collega e mi ha chiesto il suo documento"
"No signora, avrà capito male, chiediamo il certificato di morte"
"E quello c'è. La sua collega mi ha proprio detto che la pratica era incompleta perchè mancava il documento del defunto"
"No signora impossibile, però controllo"

Passano due minuti.


"Ehm... signora..."
"Sì"
"Ehm... non ho parole... lo ha anche scritto nella pratica... -manca documento DEFUNTO-. La sua pratica era stata RIGETTATA per questo motivo"
"Eh."
Sottofondo di: ma capisci questo lo ha pure scritto, ma senza parole, ma vedi va.
"Signora la pratica è partita, la linea non sarà operativa a partire da giorno 11. Ci scusi"

Punti da sottolineare:
a- La pratica era stata RIGETTATA dall'ufficio commerciale, da una persona che quindi per lavoro analizza queste pratiche;

b- una persona che pensa che un defunto abbia documenti lavora e io no;
c- se a famosacompagniatelefonica iniziano a prendersi per cretini tra di loro siamo messi male.

Suggerimenti:
Fatevi un cofanetto degli orrori, ogni volta che un vostro caro muore tenetevi un documento e un capello.
Il capello così, che se CSI trova il cofanetto a casa vostra, almeno potete dirgli che ci fate i riti satanici.
E non che li tenete per disdire il telefono.

lunedì 4 agosto 2014

Sri Lanka: Embilipitya e Newara Elia

Rieccomi (sono stata vagante in Italia pardon).

Dopo Tangalle ci siamo spostati verso Embilipitya.
Embilipitya è una città non particolarmente degna di nota, è però una buona base per visitare il parco "Uda Walawe National Park".
Però ad Embilipitya siamo andati al cinema! I cinema dello Sri Lanka hanno i posti riservati per le coppiette, sono due poltroncine un po' più appartate per mantenere la privacy. Che cosa dolce.

L'unica cosa carina che potrete vedere poco fuori la città è l'Elephant transit home, un rifugio per elefantini orfani che vengono allattati dai guardiani.


L'ingresso costa 500 rupie, ma ATTENZIONE, consultate gli orari in cui gli animali vengono allattati, nel resto del tempo sono in un'area non visibile dal punto di osservazione e non vedrete una beneamata ceppa.
Per visitare il parco, ma anche gli elefantini orfani, potete  rivolgervi a Mr. Indica, un big gym cingalese che, a dispetto dell'aspetto un po' curioso, si è rivelato veramente utile e disponibile.
Indica ha un eco lodge mega galattico (Pokuma Safari Eco Lodge) che, nella bassa stagione, è molto accessibile (2000 rupie a notte per 3 persone).
Indica è apparso ai nostri occhi più o meno così:

L'ingresso al parco, più la guida, ecc.. è abbastanza caro, contrattando un po', spenderete circa 3000 per la macchina e 3000 per l'entrata. Ovviamente più siete e meno pagate, ma la regola è sempre una: contrattate senza pietà.

Dopo Embilipitya, abbiamo rifuggito 100 offerte per vedere elefanti:
a- malati
b- in riabilitazione
c- in sedia a rotelle
d- in stato depressivo.

Ci siamo sentite bucoliche e abbiamo preso un bus che in 30 ore per la vita, comprensivo di Cuccarini, ci ha portate a Ella.

Da Ella, che sembra veramente carina, abbiamo preso il trenino panoramico per Nanu Oya (la stazione dei treni di Nuwara Elia).
Il trenino panoramico costa 1000 rupie dovunque voi andiate.
Non mi chiedete perchè.
Il viaggio fino a Nuwara Elia vi riempirà di meraviglia.
La prima ora.
Poi vi sentirete scomode, vedrete la gente morta, cercheranno di vendervi peperoncini e vi addormenterete.
Sul treno panoramico.
Pagato 8 volte di più di un normale treno proprio perchè panoramico.

Sul trenino leggerete pareri contrastanti, c'è chi lo trova meraviglioso e chi no.
Io non saprei che consigliarvi, il panorama è bello, ma non so se ne vale la pena, visto il costo e il tempo perso.

Nuwara Elia è veramente bella, un po' come tutta la Hill Country che per intenderci è la zona delle piantagioni di te.
Momento storico:
Come forse saprete, l'isola dello Sri Lanka, si chiamava in precedenza Ceylon.
L'isola nasce però come produttrice di caffè, il tè viene introdotto solo nel XIX secolo, dopo che le piantagioni di caffè sono state sterminate da una malefico fungo.
Tra il 1870 e il 1880 le spedizion di tè provenienti da ceylon iniziarono a riempire Londra e un lungimirante imprenditore ebbe un'idea.
Indovinate chi era quest'uomo?
Ma certo!
Il signor Liptoniceteafenomenale!
Il Signor Lipton comprò diverse piantagioni in Sri Lanka e ciò gli permise di ridurre i prezzi del tè in Inghilterra, tè fino ad allora escusivo appannaggio di una classe agiata.
Fine momento storico.

A Newara Elia, che vale la pena essere visitata per il solo fatto che è l'unico luogo dello Sri Lanka in cui indosserete una felpa, ci siamo fermati due giorni (più che sufficienti) e abbiamo gironzolato in città (davvero carina) e visitato le piantagioni. In città visitate il "seetha amman temple", un piccolo tempietto induista davvero splendido.

Qui l'albero a cui si lega un nastro con le offerte:

Abbiamo fatto una scalata di circa 3 ore, attrezzatissimi, senza acqua e con 3 banane. Siamo partiti dal "blue field", abbiamo visto le cascate senza nome, siamo passati attraverso le piantagioni, fino a raggiungere la fabbrica di tè omonima.
Il panorama è meraviglioso.







Le cascate
Le piantagioni di tè
















La nostra dement eroina tra le piantagioni.
Se un giorno il vostro tè avrà un sapore, come dire, diverso, non chiedetevi perchè.
Non fatelo.









Da Newara Elia potete spostarvi verso l'Adam's Peak, il monte sacro e pieno di leggende. Dovete però essere attrezzati, in cima fa freddissimo, e calcolare che ci vogliono circa 3 ore per la salita e che la discesa è veramente impegnativa. Nei periodi di poya, festività sacra al buddismo nella speranza che i buddisti non conoscano lo spagnolo, potreste impiegare il doppio delle ore a causa del numero di pellegrini che affrontano la salita.

Noi abbiamo proseguito per Kandy. Ma ve lo racconterò nella prossima puntata.

martedì 1 luglio 2014

Diario di viaggio: Tangalle e il sud

Ho notato che sullo Sri Lanka ci sono pochissime informazioni, in italiano almeno.
In effetti è una meta relativamente nuova, ha avuto una delle più lunghe guerre asiatiche di tutti i tempi, poi nel 2006 lo Tzunami e la guerra è finita solo 4 anni fa.

Andiamo con ordine.
Lo Sri Lanka è in ASIA.
Capitan ovvio direte voi, no rispondo io.
Quando l'ho comunicato ad alcune persone mi è stato risposto: "Ah ma adesso in AFRICA non è inverno?".
Quindi la specificazione non è superflua.

Per arrivare in Sri Lanka ci sono due opzioni di volo, uno con la Sri Lanka airlines che ha voli diretti da Roma e Milano a Colombo e una con la Emirates che però fa scalo a Dubai per 30 ore.
I voli non sono eccessivamente cari, se prenotate con anticipo potete trovarli anche a circa 500 euro A/R.

Informazioni pratiche:
L'adattatore è simile a quello inglese con 3 tondini con disposizione triangolare, ma più grossi. NON  è presente nell'adattatore universale, lo trovate in Sri Lanka più o meno ovunque con meno di 1 euro. In alternativa è sufficiente inserire nel foro in basso una penna e poi, se non morire fulminati, la vostra presa europea.
Per presa europea si intende quella con 2 coni, se ne avete una a 3 portate un ridutore. Quello non lo troverete MAI.

Lo Sri Lanka è abbastanza sviluppato, troverete più o meno tutto ciò che vi serve in capitale, ma non nelle città più piccole.
Cose da non dimenticare assolutamente:
- crema solare con alto fattore di protezione, in Sri Lanka non esistono o sono di pessima qualità;
- medicinali base (antibiotico, antipiretico, crema per le punture di animali vari);
-Autan tropicale, in Sri Lanka troverete qualcosa di naturale alla citronella che le zanzare apprezzano molto;
- Assorbenti interni, esistono solo a Colombo.

La moneta usata è la rupia cingalese, il mio consiglio è di cambiare in aeroporto.
ATTENZIONE... Pochissimi hotel, negozi, ecc. accettano la carta di credito e in alcune cittadine di mare non c'è il bancomat. Cercate di avere sempre con voi un po' di valuta.
1 euro = 176 rupie

Il cibo è mostruosamente piccante. Io sono abbastanza abituata al piccante, ma ho avuto serissime difficoltà. Per strada troverete cibo di tutti i tipi:
- il rooti una specie di pasta di pane che può essere ripieno di carne, pesce o verdure;
- delle polpettine ripiene di pesce tremendamente piccanti;
- una crepes con un ripieno di cocco non piccante.

Nei ristoranti turistici less spicy significa davvero less, in quelli non turistici chiedete NO spicy. Lo avrete comunque spicy ma sopravviverete.


Il primo periodo vivevo a Tangalle, a sud.


Tangalle è una bellissima meta balneare anche se il mare, non so se per il periodo, era troppo mosso, inavvicinabile per chi non ha molta confidenza con il mare.
Il trasferimento da Colombo a Tangalle, ma in generale con le principali città di mare, può essere fatto in vari modi.
Ci sono bus (molto economici, ma non comodissimi) di vari tipi, taxy e i servizi delle guest house. Io suggerisco questi ultimi, saranno più cari dei bus, ma appena arrivati e con i bagagli è la migliore soluzione. Se siete in 4 contate di spendere circa 25 euro a testa per andare a sud.


La costa sud è una delle più belle e i prezzi variano moltissimo a seconda della stagione. In bassa stagione (scegliete Aprile- Maggio e la godrete comunque, non andate oltre Giugno o rischiate i monsoni) potreste dormire anche con 12 euro a notte in posti davvero carini.


A Tangalle si va solo per il mare, tra le spiagge più belle ci sono Goyambocca (lo so, lo so) e Paradise beach. Ci arrivate più meno da qualsiasi parte con il tuc tuc, il taxy locale, con piu o meno 1 euro.
A Tangalle ci sono anche varie spiagge in cui è possibile vedere le tartarughe di notte che depongono le uova. Le guest House organizzano il trasferimento con circa 1000 rupie a tuc tuc (3 persone) e poi pagherete il biglietto della riserva solo se vedete le tartarughe.
Mirissa è meravigliosa, ma un po' più lontana, calcolate 1 ora circa in bus con cambio a Matara.


A Goyambocca si accede tramite una specie di tunnel di vegetazione meraviglioso.




 

Questi sono dei bungalow a Goyambocca, vacanza relax ideale fuori dal mondo.

Paradise beach



A tangalle c'è anche una graziosa spiaggia vicino al porto. La zona è frequentata da locali per cui evitate il bagno in bikini, fatelo in pantaloncini e canottiera per rispetto :)




La zona del porto è veramente bella e merita una visita. Ci sono ancora, in determinate zone, i segni dello tzunami del 2006, ma è bello notare la voglia di rinascita e crescita.







A tangalle c'è anche una laguna molto suggestiva (nella zona di Paradise beach). Se sopravvivete al caldo potete fare un giro in barca chiedendo ai pescatori intorno.


Cibo: Vicino la spiaggia ci sono moltissimi locali molto carini. Io ho mangiato molto bene al Frangipani e in un locale senza insegna sulla stradina che costeggia la spiaggia.
Questo pescatore ha costruito il ristorante nel cortile di casa sua, secondo noi attorno a un tavolo (lo individuate dalle taaaaaaante lucine colorate).
La moglie cucina meravigliosamente, cucina locale, lui pesca e il bimbo aiuta (porta i cucchiaini per venire a curiosare eh, niente sfruttamento).
Sono anche loro vittime dello tzunami, hanno perso la casa e tanto altro ed è davvero ammirevole la voglia di rinascere e rimettersi in gioco.
Il menu è fisso, dovete prenotare nel pomeriggio, e in genere comprende un pesce/aragosta come portata principale, altro pesce, un milione di contorni di verdure, insalata, naturalmente riso e frutta. Tutto a volontà.
Non ha bibite, portatele da casa.
Non c'è un menu con i prezzi, per cui è a offerta libera. Dipende dal pasto, noi lasciavamo in genere 700 rupie a testa.

Alla prossima puntata :)

domenica 29 giugno 2014

Il parrucchiere fAigo

Prima di partire avevo ovviamente avuto una serie di sfighe che dio le manda e, dato che per raccontavi del viaggio devo sistemare le foto (che sennò non mi odiate abbastanza), fatemi riciclare i post.
Orsù, siate buoni. Ricicliamo politici dal 1843, non vi formalizzerete.

Ricollegandomi alle puntate precedenti e continuando sul viale delle sfighe vi racconto del lato non lavorativo.

Anche umanamente parlando non va benissimo, i miei più cari amici pascolano allegri nel nord Italia, vagando nella nebbia, e il senso di solitudine s'è fatto prepotente.
Ma tipo che mi volevo comprare la macchina da cucire.
Ma tipo che sto facendo un tavolino con delle cassette della frutta e le ho dipinte.
Ma tipo che volevo dare l'impregnante pure al gatto.
Ma tipo che ho accompagnato mio fratello dal parrucchiere.
Di sabato.
Il parrucchiere FAIGO.

Tutto accadde intorno alle 18, arrivammo e nessuno ci diede segni di vita alla porta, che ti chiedi se sei diventato trasparente, non un ciao, un wellà, un vaffanculo che è comunque sintomo di sonoancoravivoearticoloparole.
Il parrucchiere faigo ci ha trattati di popò perchè, come si dice da me, c'abbuttava a campare (gli scocciava vivere) e quindi boh non puoi tornare domani?
La follia.
Fossi stata io me ne sarei andata tipo star trek col teletrasporto, ma mio fratello, che girerà don matteo 98 dopo che avranno rottamato Terence Hill che ormai manco può sorridere più (Terence non so il tuo nome perdonami, però ti ricordo quando saltavi agile e picchiavi la gente. Mi hai spezzato il cuore a salvare leggenti depresse Terence, sallo.), lo ha perdonato e gli ha detto di recitare 4 ave maria e 6 padre nostro.

Comunque poi mi sono pentita dei miei pensieri cattivi perchè, dall'abbigliamento, risultava chiaro che il parrucchiere avesse avuto importanti problemi di allagamento locali.


Non vedo altre motivazioni del pantalone al malleolo+mocassino senza calza.
Che no, manco se hai finito i calzini è permesso.
Li giri.

Tra la fauna presente dal parrucchiere, la sora lella vestita da vamp, vostra nonna in minigonna, la 15enne tutta ipad e lacca, era presente un tizio in tuta.
E hogan.

Con la tuta aderente e un adorabile, piccolo, bozzetto che mi guardava felice dato che io ero seduta su una poltrona di design, anche detta col culo a terra, e avevo il suo pene ad altezza orecchio.

Il pene che sussurrava alle orecchie.

Tipo?
Se non sei Rocco, lascia perdere.
Fallo per te, che poi la gente ti guarda e ti dice "se non sei alto così non puoi entrare".

Ma poi la tuta?
Tuta: indumento indossabile nell'intimità della propria casa (nel qual caso deve avere un colore imbarazzante) o nell'intimità della propria palestra.

Dovrebbe essere come per il porto d'armi.
Puoi portare la tuta solo nel percorso da casa alla palestra.
Al di fuori di esso sarai multato.

In tutti i casi l'arma/tuta va trasportata smontata.

mercoledì 25 giugno 2014

Sopravvissuta





GentI si lamentano per la mia scomparsa.

Avete anche ragione, ma ho lavorato 18 ore al giorno e poi sono morta al sole.

Ora sono tornata a valledilacrime.

Partiamo dalla fine.
Così, per fare confusione meglio.

Il viaggio di ritorno è durato solo 36 ore e quindi sono arrivata fresca come una rosa.
Dato il mio colore imbarazzante capisco bene tutta la gente che a Roma mi ha parlato in inglese e chiesto di dove fossi.
Il mio bagaglio è stato imbarcato come bagaglio ingombrante, solo perchè è uno zaino.
Dovete sapere che negli aeroporti civilizzati hanno i sacconi per gli zaini, a Roma fiumicino ne distribuiscono 6 alla settimana, o non si spiega in altro modo il perenne ritornello "sono finiti".
L'omino addetto, in maniera estremamente professionale mi ha informata che:
"devi aspettà n'attimo CICCIA".

Aaaaah Roma, turismo e cultura.

Comunque a Roma fiumicino non ci sono sedie, non prima del ceck in almeno. T'è piaciuto arrivare in anticipo?
Muori.

Sempre a Roma non funzionavano i cessi, eravamo tutti in fila al "bagno per famiglie, tieni con te il tuo bambino" e al bagno per disabili cantando "non si poteva far la pipì, perchè non c'era vasino lìììììì".
Praticamente o pisciavi nel cesso di 1,70 dei disabili o raso terra in quello per i bambini.
Comodo.

Stavolta non ho fatto 120 scali, ma diretto da Colombo a Roma e poi da Roma a Catania. Il primo volo, quello intercontinentale, in orario, valigie arrivate in un attimo.

Il secondo volo alitaGlia.
Informiamo i gentili passeggeri che il volo subirà un lieve ritardo a causa di un danno al finestrino.
o.O
Ho una domanda, una curiosità.
Ma le hostess per legge, non devono essere giovini e belle?
Cioè io capisco la crisi, ma le hostess del mio volo avevano 90 anni.
Mica per discriminare, ma a momenti avevano bisogno del girello per deambulare.
No perchè in caso ditelo, che mia nonna di settimana s'annoia e magari un cv ve lo manda eh.

All'arrivo un tipo vestito da blues brother mi chiede se la BORSA con dentro solo il pc sulla sua valigia, fosse mia.
"Sì", rispondo convinta che me la passasse.
Invece NO. La spinge. La fa cadere di lato.
BONK.
"Minchia che educazione" è la finezza che si affaccia alla mia bocca, complice 2 mesi di sparlo libero e non compreso around per lo Sri Lanka.

Arriviamo con 20 minuti di ritardo e delle valigie nessuna traccia.
In dubbio sulle sorti del mio zaino ingombrante, mi avvicino al banco.
"Buongiorno donnina pagata per dare informazioni sui bagagli, da Roma hanno spedito il mio bagaglio come ingombrante ma solo perchè zaino e quindi si impinge nel nastro, devo ritirarlo al nastro o al banco degli ingombranti?"
"Uhm... prova al nastro, se non arriva vai al banco bagagli ingombranti"

MA VA.

Dopo 120 ore sono arrivata a casa.
Tanta pasta, amore e il cambio di stagione che mi faceva "ciao".
L'impulso di uscire con un paio di stivali e un vestitino nonostante i 30° stato forte.

Perchè Paris Hilton sì e io no.

In ogni caso sono tornata a casa, mi sono immediatamente scontrata con la totale mancanza di professionalità, con le magliette scollate degli UOMINI, con la carenza di bottoni per le camicie maschili, nuova piaga dell'estate 2014 e mi appresto ad andare al mare e vedere un numero imbarazzante di cosce di pollo.

Gli slippini sono tornati.
Vi racconterò tutto e di più.
Prendete queste come semplici notizie ansIa.



mercoledì 30 aprile 2014

Sri Lanka: 1° tempo




Così, per farmi odiare da subito.

 Ci sono.
Approssimativamente viva.

Il viaggio è andato bene, la Sri Lanka airlines non vincerà il premio comodità e pasti deluxe, ma non è nella black list e per me è una novità.

Omini della compagnia aerea ho due domande:
1- perchè avete passato UN SOLO film in loop?
2- Porco per colazione? Una matriciana no?




Comunque il viaggio  stato distruttivo, (A sinistra la Madonna mi osserva pensosa sotto una composizione floreale e una zampa di coniglio) sono arrivata cadavera ma, con qualche difficoltà linguistica, sono riuscita a fare addirittura la scheda del cell.

Adesso c'è una che mi parla in cingalese e mi dice che numero sto chiamando TUTTE le volte che chiamo.
TUTTE.

L'anima della praticità.









Sto in un posto carino, di fronte all'oceano, dove per di fronte si intende esco e ho i piedi sulla sabbia.
A sinistra il panorama dal mio balcone.
Divido il bagno con le formiche e ho una zanzariera rosa shocking che mi fa sentire Sua Maestà Harmony.






Passiamo al campo lavoro.
Abbiamo due tutor, soprannominati "nero" e "neronero" perchè neronero o si tinge i capelli o ha un patrimonio tricologico veramente invidiabile.
Il lavoro è pesantissimo, facciamo 8 ore al giorno di lezione e almeno due di preparazione.

Vedo la gente presente indicativo.

Le studentesse sono tanto dolci e carine anche se alcune hanno la reattività limitata.
Tipo quella che ho dolcemente soprannominato "sasso".

Ho una classe molto piccola, non ci si entra, e io sbatacchio contro i muri.
Avete presente i piccioni? Quando entrano in una stanza e sbattono impazziti in ogni dove?
Ecco.
Con l'aggravante che ogni volta che inciampo, parte un coro di: fffffffssssshahi.

E' un miracolo che le mie studentesse non pensino che io mi chiamo cazzo perchè il secondo giorno che sono entrata in classe ho inciampato sula lavagna e sbattuto sulla scrivania e pronunciato, come solo miss Rossella avrebbe fatto: Buongiorno cazzo.
Grazie adddio non ho ricevuto un coro di "Buogiornoooooo cazzooooo".

In Sri Lanka si fa sì con la testa come noi facciamo no.
Ho spiegato il verbo essere 14 volte prima di avere questa epifania.

Una gioia.

Per adesso stiamo studiando come presentarsi e ogni volta che le mie studentesse iniziano con "mi presentoooooo..." a me parte in automatico "mi presento son l'orsetto ricchione" e la canticchio per la classe.
#ivantaggideilivellinoncapiscounaceppa.

Martedì è arrivata una studentessa nuova:
- Come ti chiami?
- Bonita.
- I fell in love with san peeeedroooo... la isla boniiiitaaaaaaaa
- Excuse me?
- Cognome?
#ivantaggideilivellinoncapiscounaceppaparteseconda.

Ho una mente malata lo so.

Si sono poi registrati inconvenienti linguistici:
Allora Yasa, tu sei mamma?
Io non sono mamma, io sono PAPA'.
...
...
...
'Nche senZo?

Mentre facevo una presentazione tra due studentesse:
Allora sasso ripeti con me: hai figli?
S: I Di?
Studentessa due cerca sconvolta la domanda "I di?" sul suo quadernino.
Io: Hai figli?
S: i dddi?
Studentessa due è sempre più sconfortata, ha la faccia tipica da: mioddio questa non la so.
Io: HAI FIGLI? Cazzo.
S: II dddi?
Io: BRAVISSIMA!
Segue faccia totalmente sconcertata della studentessa due.
 

Studentessa uno: Io sono sapone.
Io: Prossimamente sui nostri teleschermi. Soap?
- No, no SAPONE
- Soap?
- Sapone!
 Studentessa due: Saputa!
Studentessa tre: Sputa!
Io: ...SPOSATA?
Coro: SI!

Ho le studentesse col correttore dell'iphone.

Ma niente supererà me che, durante il gioco dei mimi con gli animali, per spiegare le domande con il verbo essere, urlavo:

Io SONO una PECORA!

Io sono una pecora!

Solo alla fine ho capito che tutto sommato, potevo cambiare bestia.

Relax

Monaci. Budda mi punirà per averli fotografati.
Ritorno alla laguna blu

Cibo vario, bontà.

E spendiamoli 'sti 5 euro.


Papaya al mercato
Il posteggio di casa

giovedì 17 aprile 2014

Altro giro, altra corsa!


Sono tornata.
Premetto che non ho il tempo per "grattarmi la testa", ma ho voglia di aggiornare un po' il blog.

Come sapete sono stata a Lampedusa, mia personale oasi di benessere, dove la gente mi osserva come voi osservate le scimmie all zoo.
Manca che mi annusino per capire il sesso e siamo tutti.

Dopo secoli di avere un'autonomia di batteria del cellulare di 25 minuti ho deciso che sì, lo potevo fare, potevo comprare anch'io l'oggetto del desiderio, che ce l'hanno tutti tranneme tranneme tranneme, anche io sarei diventata tecnologica, anch'io avrei avuto le app per sapere che ho in frigo, anch'io avrei rotto caramelle giorno dopo giorno, insomma anch'io avrei avuto:
il FIGOFONINO.

Non vi immaginate cose superstar, ho comprato un Samsung S3 e l'ho aspettato come si aspetta il principe azzurro.
Che se arrivava Azzurro gli avrei detto "E llevate che aspetto Samsung".

E no, non voglio fare la figa e raccontarvi del Samsung, la premessa era necessaria.

Andiamo con ordine.
Martedì ricevo una telefonata, mi fissano un colloquio per mercoledì mattina, solito colloquio su skype, bella sopra e ciabatte numero 44 di un amico sotto e mercoledì pomeriggio mi chiamano per dirmi che sì, ti vogliamo.

Sì, vai in SRI LANKA.

Ho fatto la fAiga al telefono, come se giornalmente mi mandassero a lavorare in Sri Lanka e poi ho saltellato per le restanti 12 ore.

Ma non tutto è iniziato nel migliore dei modi.
Appena arrivata a casa (sorvolo sul viaggio), per festeggiare m'è caduto il cellulare.
Ora.
Come disse un amico "'Sti cellulari ti possono cadere 100 volte e non si fanno niente, oppure ti cadono una e muoiono".
E cosa accade quando una ha culo, tanta tanta fortuna?
Indovinate l'esito della caduta?

LA MORTE.
L'oscurità, la depressione, la confusione, la morte del display.

ANSIA.
Dato che non avevo niente da fare, sono partita per Palermo alla volta del centro Samsung, con il cellulare avvolto in un sudario che conserverò in memoria di quanto ho speso.
Al centro Samsung ho trasformato "ci vogliono due giorni lavorativi" in "torna tra due ore e fatti benedire figlia cara".
Ho tipo pianto.
Quando ho strisciato la carta di credito per un acquisto samsung a 5 giorni dal primo sul display è comparso "di nuovo?".
Dopo sono andata da mediaworld a comprare una custodia.
"Ciao ominorossociao vorrei una custodia per il mio samsung s3 costato quando un samsung s4"
"come la vuoi?"
"ma non saprei, avete casseforti da borsetta? Qualcosa resistente alle mine anticarro, agli attacchi nucleari. A me."
Comunque ho speso 27cazzidieuro per una custodia originalissima Samsung che dice che le altre fanno venire l'ebola al telefonino.
Niente custodia cinese fluo con i gatti volanti che mi si sarebbe scolorita in mano uccidendomi.

Ho poi provato, a valledilacrime a comprare la guida.
"Ciao donnalavoranteinlibreria, cercavo la lonely planet dello sri lanka"
"Eh?"
"Ciao, lonely planet, sri lanka"
"Come?"
"GUIDA lonely planet Sri Lanka."
"ah, guida... come si scrive?"

Voglio morì.


Comunque poi sono andata a Siena per il colloquio e ho preso il bus per tornare.
Il bus è tutto ripieno di universitari.
Penso "che cavolo, faranno casino tuttanotte".
Gli universitari alle nove si estinguono.
Muoiono.
Così.
Di botto.
Nelle posizioni più improponibili.
Universitari?
Ma che colli avete? Ma non vi si addormentano i culi?
Io avevo due posizioni che dovevo obbligatoriamente alternare:
a- Posizione salva collo, seduta scivolata con gambe appoggiate al sedile davanti;
b- Posizione salva culo, arrotolata tipo gatto e appoggiata al finestrino.

Come mi sentivo universitaria dentro.
E solo dentro perchè fuori sono tutta un dolore.

Il viaggio è stato un bijou, finchè l'autista s'è PERSO.
Ha sbagliato strada, ci siamo infilati in un paesino, ci siamo incastrati nel paesino, ci siamo abbattuti un balcone innocente e siamo usciti dal paesino dopo 30 minuti.
I vecchi ci guardavano sconvolti.
Io ridevo immaginando i proprietari di casa che tornarno e non trovano il balcone.

E niente se questo è l'inizio, chissà dopo.

Ma sono pronta, il blog va a Tangalle!

(Che la capa dice pronunciarsi tangùl. Dopo Vilanculos continuo con i posti porno.)

martedì 1 aprile 2014

Le risposte solo sono per i (pre)scelti


Diciamo che è un periodo no, così, per usare un eufemismo ed essere fine che poi la gente dice che dico troppe volte merda.

E' un periodo fecale suvvia.

Dal punto di vista lavorativo fa tutto schifo, perchè boh, il mondo del lavoro mi odia e manco mi si caca di striscio.
(Nomino troppo la cacca vè? Sono stitica, Freud avrebbe detto che ho l'invidia della regolarità intestinale).

A tal motivo vorrei aprire una parentesi da parte di tutti i disoccupati/precari/a progetto/a rigetto/a tempo/a cottimo/cocopro/cocono/stage/internship/evviadicendo.

Aziende? Ma che vi costa risponderci? Cioè fate una mail unica in cui ci dite che vi facciamo schifo e non ci assumete e la mandate a tutti noi ignorati.
Ce l'avrete uno stagista no? Fatelo fare a lui.
Per 100 euro al mese lo faccio io, prometto di impegnarmi a scriverne anche due: una per maschi e una per femmine, così evitiamo quella porcata di: caro candidato/a.
Perchè aziende, dovete capire che un disoccupato spera pure di fronte all'evidenza più evidente. Nel senso che continua a sperare anche se sono passati 2 mesi, che magari chessò il procedimento è lungo e voi siete scrupolosi, spera anche se il vicino di casa gli dice "Uè sai vado a lavorare nell'azienda x per il posto y. Chupa". (E' un vicino napolo-argentino).

Aziende toglieteci la speranza, aiutateci ad elaborare il lutto. E' come per le persone, se uno scompare ci speri fino all'ultimo, se sai che è sotto un metro di terra ti metti l'anima in pace.

Cioè aziende, lo sapete che all'estero rispondono?
Io mando una mail di informazioni, per un'autocandidatura e loro mi rispondono.
A me.
Solo per me.
Tutta per me.
Senza cambiarmi sesso e chiamarmi candidatO.
Senza scrivermi che il posto di meccanico è già stato assegnato, mentre io volevo fare l'insegnante.
Che cosa emozionante.

Lo fa la segretaria o il segretario.

Qui a valledilacrime non funzionano invece. Non riescono a inviare informazioni,  a mandare mail, a prendere appuntamenti e così via.
Sono a funzionalità ridotta, servono solo ad aprire le porte.

Io ne ho una a casa.

Nome in codice: Citofono.

mercoledì 26 marzo 2014

Lavoro, buon cuore e Dante

Come penso il 90% degli italiani, frequento vari gruppi per trovare lavoro, linkedin, facebook, forum, ecc.

Ho notato varie cose.

Innanzitutto, la maggior parte della gente tira acqua al suo mulino. Non gliene può fregar di meno degli altri, cerca le offerte di lavoro, se qualcuno fa una domanda o chiede una mano non risponde.
Hanno paura che gli rubi le idee, che gli rubi il lavoro, che tristezza.

Mi è capitato di chiedere in un gruppo di insegnanti qualche consiglio su un test di ingresso. Abituata a discutere con colleghi e amici in maniera serena non mi sembrava una richiesta strana.
Una tipa mi ha risposto: Controlla il quadro comune europeo di riferimento.
MA VA
Che, per i non addetti ai lavori, è come se un programmatore chiedesse un consiglio su come fare un sito (scusate, non sono esperta) e gli si rispondesse "accendi il pc".

E' come se questa gente in fondo provasse invidia. Pensasse che tu sì e lei no, tu sì e vuoi pure consigli. Ma come ti permetti?
Sarà che io non ho problemi a dare consigli, mandare materiale, confrontarmi, ecc.
Morirò povera, ma almeno avrò la coscienza pulita.

Il secondo punto che ho notato è che finchè è gratis si fidano tutti. Se poi, per la professionalità offerta, scrittura cv in inglese, consulenze, invio materiali autoprodotti, lezioni di lingua e quant'altro, si chiedono soldi, allora no, sei brutto e cattivo e ti approfitti degli altri.
Su un gruppo una ragazza chiedeva consigli per un lavoro, il gestore le ha detto che per consigli personalizzati e precisi lui forniva delle consulenze. La ragazza ha risposto che, mica per la persona eh, ma lei non si fidava di quelle cose.
Dieci minuti prima sì.
Aggratise si è più sinceri.
E invece vi dirò, spendere in formazione, in miglioramento è un investimento. Compratevi una cover figa in meno e fatevi scrivere un cv da un professionista.

Però una cosa mi salta all'occhio.
Gente che cerca lavoro o che vorrebbe andare a lavorare all'estero, non ha le nozioni base della lingua ITALIANA.
Un' ignoranza sconfortante, un'ignoranza che forse si registrava prima della rivoluzione industriale, prima della diffusione della tv.
Dell'avvento delle scuole.
Del passaggio dal grugnito alla parola.
E non parlo del solito giochino che gli italiani non conoscono il congiuntivo, che poi è una storia vera, gli italiani non conoscono l'italiano.
Per carità nel parlato, o in un messaggio, o per fare una battuta, ben venga il prestito dal dialetto, il caro "scendo il cane" dei siciliani, ma la cosa fondamentale è conoscere la versione corretta.
A valledilacrime una frase tipica è "non ce la so", la dicono magistrati e contadini, ma l'importante è sapere che esiste una versione grammaticalmente corretta.

Perchè se è accettabile non avere un linguaggio forbito, se è accettabile il dubbio o il piccolo errore, perchè errare è umano, l'errore grossolano non lo è.
"Ce nè", "lo visto", "C'è l'ho ha consigliato", "l'ho diventerà", "non ho questo Ho quello", non sono accettabili.
E non invento.
Non è accettabile che non sappiate che qual non si apostrofa, che po' invece sì, che pensiate che "la quale" non si declini, certo che si declina, maschio, femmina, tanti maschi, tante femmine.

Nessuno è perfetto eh.
Io, prima di ogni lezione, prendo la mia bella grammatica e approfondisco, perchè l'italiano è una lingua traditrice. Ma non ho dubbi su come scrivere "c'è". Non potete avere questi dubbi se avete superato i 7 anni.

E' inaccettabile sostenere un colloquio per l'estero e non essere accettati per gli errori in italiano, è inaccettabile scrivere su un forum senza mettere un accento al posto giusto, lanciando H dall'alto e apostrofando random.
In un cv non è ammissibile nemmeno l'errore di battitura, fatelo rileggere da qualcuno, pagate un correttore bozze, andate a Lourdes, ma siate precisi da morire.

Mioddio vi prego, smettete di martoriare l'italiano, chiedete informazioni con i disegni, con la lingua dei segni, trovate un modo espressivo che non bruci la retina di chi conosce la grammatica.

Andate all'estero e spargete la lingua di Dante.

Dante quello toscano, no il paninaro sotto casa vostra.


venerdì 7 febbraio 2014

Pane, amore e malattie

Mi hanno fatto un accertamento fiscale.
A me.
A me che m'hanno detto più volte "ti amo" che "contratto".
Ma a livelli che aveva più senso farmi un esame alla prostata. In quanto grandi assenti entrambi.

E poi niente, poi sono andata da un medico.
Cioè ci sono andata due volte perchè la prima il suo assistente mi ha dato appuntamento senza che il medico ci fosse.
Il segretario.
Cioè colui che fa SOLO questo: risponde al telefono e prende gli appuntamenti.
Che poi per carità mi aveva insospettito il  "forse alle 18 o forse alle 18,30".
Forse? Che vuol dire forse? Forse non leggi bene? Forse sei miope? Forse non sai leggere l'orologio?

Quindi niente arrivo lì e il medico non c'è, il mio appuntamento è per il giorno dopo.
E no, non ho capito male, l'omino ha chiuso la telefonata con "a più tardi".
A molto più tardi omino.

Comunque l'impatto è pessimo. Non mi è piaciuto l'assistente e non mi piace l'assistente femmina che mentre sono lì mi dice in dialetto che "pacco" sia il nuovo cellulare.
Interessantissimo donnina interessantissimo.

Finisce la visita, impressione neutra, l'unica cosa che mi colpisce è che secondo me il medico aveva sonno e arriva il momento clou, quello del pagamento.
"Sono 80 euro"
"Ecco a lei"
"Bene, grazie e arrivederci"
"Uh? La fattura, grazie e arrivederci".

Donnina?
NO.
Anche se è prassi non farla non puoi guardarmi come se ti avessi chiesto una fetta di culo, non puoi dirmi vediamo se la può fare, cos'è, ha la paresi alle mani?
Magari ve la facciamo avere. No, donnina, non ho fretta, aspetto.

Dovete sapere che adesso, per la TRASPARENZA, è possibile sapere quanto guadagna un medico ospedaliero.
Ebbene, cercando il cv di questo onesto tizio, ho scoperto che guadagna oltre 83mila euro l'anno.
In ospedale.
Poi ha lo studio privato, lo chiameremo, ESENTASSE.
Almeno con me eh, magari sono stata caso unico e raro, una botta di alzheimer della segretaria.

Continuate a chiedermi perchè voglio andare via su.
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