Sono arrivata lì con l'aereo dei puffi e, prima di fare pipì, avevo vinto la mia personale battaglia per contrattare il taxy più economico di tutto il Mozambico del nord.
Ho fatto una soddisfacente pipì al grido di "tirchio è bello".
La cosa che non avevo capito era che il bollettino delle sfighe era compreso nel prezzo.
Omosfiga ha iniziato ad indicare luoghi, in cui io cercavo scimmie, elefanti, figoni, insomma qualcosa di tipicamente africano e, con voce da telegiornale mi diceva: "lì la settimana scorsa un trattore contro un bus. Otto morti".
Ohgesùmio.
Ho passato i 165 km successivi con la mano sulla tetta, che avrà pensato che avevo paura di perdermela.
A parte uomosfiga, che era posseduto e passava dall'iperattività parloparlochiedociprovo alla morte apparente, dopo un'ultima curva sono arrivata in paradiso.
Palme, sabbia bianca, sole, mare celeste, cielo incredibile, c'erano pure i pancake! (45 min dopo la mia ordinazione, ma c'erano).
L'isola è un misto tra un'allegra comunità di pescatori, un asilo, un mercato e una città fantasma.
I pescatori pescano, i bambini ti toccano e chiedono foto, gli autoctoni cercano di vederti QUALSIASI cosa e determinate zone sembrano totalmente abbandonate.
Nei primi 15 minuti di vacanza ho trovato marito, nelle 5 ore successive un gigolò. Costui mancotantofigo mi ferma, mi dice che sono carina, dimostrando un coraggio non da poco dato che avevo un cappello da cow girl, e mi chiede se può passarmi a trovare in albergo.
Io, dimostrando un'intelligenza pronta e riflessi da ninja, rispondo:
"perchè... che VENDI?"
E' apparso il dio dell'intelligenza e mi ha detto "scusa davvero, ma il giorno che sei nata sono rimasto chiuso in ascensore".
Ho scoperto poi che l'accoppiata vacanza+ isola scatena in me qualcosa di pericoloso.
La mia anima kitch.
Per fortuna non succede in Sicilia altrimenti comprerei coppole e carretti.
Essendo su un'isola la cosa più diposnibile sono chiaramente le conchiglie, che ti fanno tanto tornare bambina, tanto pensare a bei momenti della vita, tanto rincretinire.
Venti minuti dopo essere approdata in una delle più belle baie del mondo, vagavo avvolta in una capulana (stoffa tradizionale), con una collana di conchiglie e i piedi scalzi.
Mi mancava il fiore in testa e sembravo la piccola Flo.
Eccomi qui con tutta la mia anima kitch
Ma benvenuti propriA
Caruska
Pranzo da poverelli
In quest'ultima foto la tromba d'aria del ritorno. Le righe che potete ammirare alla destra della foto sono dovute al vetro incrinato del taxy mozambican style.
Perchè un po' di culo nella vita ci vuole sempre.
Il pranzo da poverelli mi piace!
RispondiEliminaDevo dire che è piaciuto anche a me :P
RispondiEliminama veramente paradiso.... attraverso il tuo blog posso avere, seppur vaga, un'idea di quel famoso mal d'Africa che si ha quando si lascia... che è COMPLETAMENTE diverso dal mal di Sicilia che si ha quando si arriva -.-
RispondiEliminaTì... e imagina me che passo da questo paradiso e lì, direttamente e senza passare dal via...
RispondiEliminaLeggere di posti così belli sorridendo è una cosa fantastica! Complimenti per il tuo blog.
RispondiEliminaGrazie Ciccola :)
RispondiEliminaI posti sono troppo belli e senza un pizzico di ironia è tutto più noioso :P