Lo so, lo so
Avevate pensato che fossi partita per un viaggio intorno al mondo, fossi morta, mi fossi trovata un toy boy o chessò, mi fossi fatta una vita.
E INVECE NO!
Son tornata, non in ginocchio da voi, che se mi inginocchio devo chiamare il 113 per rialzarmi.
Sono tornata perchè ho capito che la via verso la salvezza è l'ironia.
Insomma devo parlar male di qualcuno, così mi sento megliA.
Insomma devo parlar male di qualcuno, così mi sento megliA.
Volemose bene, ma anche no.
Il fatto che a Milano si corra non è uno stereotipo o un eufemismo.
E' un dato di fatto.
Perchè i 10 minuti che al sud sono il ritardo sindacale, a Milano sono un pezzo di vita a cui non puoi rinunciare, sono la differenza tra MASTICARE il pranzo e aspirarlo, sono la differenza tra fare le scale a 3 a 3 e farle come dio comanda, sono la differenza tra il fare la pipì prima della lezione e il fare lezione con le gambe incrociate.
Per questo un lavoratore tipo di Milano, si lancia per le scale della metro e se gli si chiude davanti e deve aspettare UN MINUTO E MEZZO, tira fuori il calendario e inizia dal mese di Gennaio.
Chi lavora lo capisce, i milanesi non imparano a camminare ma direttamente a correre, pure i vecchi c'hanno il girello truccato.
E poi ci sono loro, i turisti italiani che si possono suddividere in categorie differenti, a cui tu rivolgi un generico "permesso" che se lo ascolti al contrario è un allegro "porcatroia":
- il religioso: è quello che, arrivato alla stazione, riesce a piazzarsi all'esatto centro e avvista la Madonna (non c'è altra spiegazione). Si ferma in centro dondolando su sè stesso e aspettando che il tabellone degli arrivi/partenze smetta di piangere sangue e lui possa smettere di assistere al miracolo e togliersi dalle palle;
- l'antitecnologia: i biglietti del treno hanno una freccia grande quanto il suo dito, ma lui prova tutte e 4 le opzioni, è un tripudio di BeEEEEp BeEEEp BEEEEp, pilù.
E tu che sei uscita da casa con l'abbonamento in mano rischi di travolgerlo perchè sei abituata a non fermarti al tornello e comunque lo vuoi morto;
- i parlatori: devono parlare SEMPRE, in metro, sulla banchina, sulla scala mobile dove c'è scritto TENERE LA DESTRA. Che tu vorresti il lanciafiamme o modificare la scritta in "Tenere 'sta cazzo di destra";
- quellichevengonoperisaldi: "ciao, scusa sai dov'è accaemme?" "Sì guarda è più avanti, sulla sinistra" "no, ma non è vero".
Tre minuti della mia vita buttati, cordialmente sparati.
- i cerberi: sono mezzi uomini e mezzi valigia da 30 quintali, non si fidano degli ascensori e occupano l'intera scala per risalire in superficie. Rischiano un embolo ad ogni scalino e tu vorresti accelerare l'inevitabile;
- la famiggghia: salgono sulla metro e devono stare VICINI. Il capofamiglia, la madre, impartisce ordini appena mette piede sul mezzo: "Luigi siediti là, Alessio tu vicino alla signora, Matteo tu qua".
E alla fermata successiva scendono.
- i portalove: amano le porte, salgono sulla metro e si pietrificano davanti alla porta.
E poi scendono dopo 22 fermate.
Ieri ero davanti alla porta perchè dovevo scendere. Un'allegra vecchia con una cazzuolata di fondotinta e 1 metro cubo di rossetto mi dice "scende?" "Sì, signora". Successivamente mi sposta, mi travolge e mi supera, manco le avessi detto "no, signora, sto qua, aspetto la menopausa".
E amica con il tacco 23?
O impari a camminare o ti estingui.
Lo hanno fatto i dinosauri, confido possa farlo anche tu.
Ahaha tra tutti la famigghia mi ha fatto morire!
RispondiEliminaSemmai un giorno dovessi decidere di prendere la metro con pargoli, e marito, al seguito, entrerò di diritto nella tipologia "FAMIGGHIA".
RispondiEliminaDa sola sono invece l'imbranata che non riesce ad obliterare il biglietto.
Ari