giovedì 12 gennaio 2017

Un'allegra giornata demmerda

Ci sono giorni in cui la gente ti dice che ha avuto una giornata di merda.
E s'è rotta un unghia.
O tipo le hanno rubato i vestiti firmati e ha freddo e NO, non può andare a comprare un maglione di pecora finta da zara, NO, ella deve aspettare le svendite di roba firmata, sennò i bambini in africa piangono (tratto da una storia vera).
Che tu ti dici, tiè congela, è selezione naturale.
Quelle giornate che alla gente non va la caffettiera o li scacazza un piccione e per loro è una giornata di merda.
Per te sarebbe una giornata da inserire nel calendario.

Ma comunque.

Stamattina mi vesto carina, in previsione di uscire con le amiche 12 ore dopo che probabilmente mi sarebbero pure ricresciuti i peli visto l'intervallo di tempo, ma che ci vuoi fare, questa è la vita.
Mentre zompetto allegra, all'ALBA, mi accorgo che qualcosa non va, non riesco a poggiare bene il piede, boh forse si è incastrato un sasso sotto, tipo l'ayers rock.
No.
Questa sarebbe una gioia.
Questa è la vostra giornata di merda.
A me si spiccica (stacca) la suola.

Faccio la prima lezione tenendo il piede sepolto dallo zaino di 32 kg e scatta l'allarme antincendio.
E ti dicono di CORRERE fuori.
Dio, certo che hai un senso dell'umorismo sadico.

Tutti fuori, che c'è solo la bora e piove da domenica e siamo tutti un we are singing in the rain.
Finisco la lezione con 30 minuti di anticipo, zoppico a casa, cambio le scarpe.
Tutta vestita di marrone, stivali neri.
#mainafigaggine.

Vado da una studentessa che ha una REALE giornata di merda e me la racconta.
In INGLESE.
VELOCISSIMA.
E io sono tipo in braccio a lei per non perdermi i particolari.
Perchè no, a una donna incazzata non si dice "puoi ripetere più lentamente?" "Sceglieresti un lessico più semplice"?
No.
Uomini in ascolto che da soli non ci arrivate?
No.
E comunque le parolacce le ho capite tutte.

Dopo vado alla scuola nuova con le segretarie così simpatiche che andrebbero arse su una pira, faccio il corso agli insegnanti di inglese e sono tutti così carini, tranne una a cui faccio la domanda e mi risponde: "skip".
Le ho sorriso nella consapevolezza che in qualche posto del mondo il mio sorriso significhi "sparati".
Decido di passare da casa a lasciare quello che io chiamo zaino e la gente "il baule della nonna" e si rompe la metro.
C'è una manifestazione.
Stessa pira di cui sopra.

Scendo prendo il bus, mi incastro, c'è un traffico assurdo, arrivo a casa, esco, chebelleleamiche, torno a casa.
Dai, prendo il tram.
No, un DEMENTE ha posteggiato sui binari.

E insomma niente, a fine serata avevo una pira così affollata che al confronto al black friday c'erano 4 gatti.

2 commenti:

  1. Mi fai morire ^_^
    Io una volta mi sono trovata con la "scarpa parlante". Ho risolto masticando tre o quattro cicles (o bubble gum, che mi hanno detto che cicles lo diciamo solo a Torino) che ho usato poi tipo stucco provvisorio.

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  2. Aahahahah avrei dovuto comprare delle big babol. Riparavo le scarpe mie e del modno circostante :D

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